Sindacato Olgettine: “O paghi o andiamo dalla Bocassini”. Tutte assieme ad Arcore a batter cassa

a cura di Sergio Carli
Pubblicato il 6 Luglio 2015 - 06:50 OLTRE 6 MESI FA
Sindacato Olgettine: "O paghi o andiamo dalla Bocassini". Tutte assieme ad Arcore a batter cassa

Barbara Guerra, Vacanza ai Tropici. Ma senza soldi da Berlusconi dove si va?

MILANO – Silvio Berlusconi era consapevole di essere nelle mani delle Olgettine, come sono spesso etichettate le ragazze che avevano partecipato alle “cene eleganti” nelle sue residenze di Arcore, Palazzo Grazioli e in Sardegna.

Le ragazze, rivelano Gianni Barbacetto e Valeria Pacelli, sul Fatto di sabato 4 luglio 2015,

“chiedevano soldi, auto, case, regali, facendo capire che altrimenti erano pronte ad andare a denunciare tutto. “Vado dalla Boccassini” era diventata una minaccia ricorrente, tra le ospiti delle cene di Arcore”.

Per mesi Berlusconi le aveva stipendiate, facendo accreditare in banca ogni mese la “paghetta”. Poi, però, per evitare altri guai in previsione dell’inchiesta Ruby Ter sulla corruzione di testimoni,Berlusconi ha tagliato i ponti. Il risultato fu nullo, come sottolineano Barbacetto e Pacelli:

“L’appetito continua, le ragazze vogliono essere a posto per la vita. Riprendono le telefonate al ragionier Spinelli, fin dalle 6 del mattino, perché “il mattino ha l’oro in bocca”.

E le richieste a “Papi”. A un certo punto si organizzano su una chat di WhatsApp e discutono di inscenare una protesta collettiva: tutte insieme ad Arcore a batter cassa.

Marysthell Polanco scrive chiaramente a Niccolò Ghedini, l’avvocato di Silvio: “Dirò tutto come sta, ho le prove, non si può essere così bastardi ci tiene alla politica? Ok oggi sono nella merda ma andremo tutti nella merda”.

Barbara Guerra annuncia di andare a buttare giù il cancello di Arcore per prendersi un’auto richiesta a Spinelli: “Domani butto giù il cancello di Arcore comunque, vado a rubargli una macchina al vecchio”, dice all ’amica Ioana Visan. Poi si lamenta: “Ho appena richiamato Arcore e mi sono incazzata che io sono la p… sono a 35 anni zitella perché la p… del presidente non la vuole più nessuno… mi sono incazzata come una bestia”.

A febbraio 2014 Marysthell Polanco ribadisce a Spinelli il concetto: “Io andrò con il mio legale in questura se non mi risolve i problemi che lui mi ha arrecato! Non ho ricevuto nulla. Ho urgenza per la vettura ragioniere. Grazie”.

Altre otto ragazze, in una chat estratta dal cellulare di Lisney Barizonte, organizzano la protesta. “L’estrazione effettuata dal cellulare della Barizonte – è scritto negli atti –conta 323 messaggi che hanno come scopo lo stabilire una strategia comune per ottenere vantaggi dalle vicende giudiziarie che coinvolgono le partecipanti e organizzarsi per andare ad Arcore e presentare queste istanze”.

È il 12 settembre 2014. L’appuntamento è per “lunedi 22 settembre a Milano 2 alle 15 in via Olgettina 65, dove è cominciato tutto. Vestite comodo perché faremo anche la notte se sarà necessario”. Ognuna offre la disponibilità in base ai propri impegni: “Domani sono carica”, “Anch’io”. “Bomba, getto una bomba”. Alle 2 meno un quarto si danno la buonanotte e alle 8 e un quarto di mattina già il primo messaggio: “Buongiorno ragazze siete cariche. Oggi ci faremo sentire”. Una scrive: “Ragazze facciamo qualcosa di intelligente – cominciamo a chiamarlo a manetta che stiamo arrivando – anche se non è vero ma per fagli capire che siamo unite – ognuna chiama e dice il suo nome che sta arrivando”.

Una dice: “Io già ho chiamato stamattina alle 8”. Un’altra è più mattiniera: “Io è dalle 6 che chiamo”. È Eleonora De Vivo che commenta: “La mattina ha l’oro in bocca”. “A Spinelli ho già fatto dieci chiamate… più messaggi… vi giuro alle 6.30 il primo messaggio”.

Poi parlano di un compleanno, probabilmente quello di Berlusconi, il 29 settembre: “Andiamo noi a fargli la festa”.

Manuela Ferrera ha le idee chiare: “Ok cucciole, ve lo dico. Non aspetto un giorno di più – Ho già detto alla segretaria che mi presenterò e lo aspetterò tornare dai suoi festeggiamenti. Tanto una vita non ce l’ho più o marcire a casa o davanti ad Arcore Non cambia nulla. Io ho avvisato che nn ho i soldi e indipercui dovranno pagarmelo loro il taxi – Anche a piedi ci vado non mi interessa – bastaaaaaaa – Vi giuro sono fuori dalla grazia di Dio – Tra un mese ho lo sfratto”.

Lisney Barizonte pensa addirittura a una protesta in piazza: “Io andrei in piazza dopo tutti gli sputanamenti – Mi metteno in parlamento dopo tutti ehi voti – Cerco una secretaria italiana, perche se vedeno la mia scrittura mi tolgono la cittadinanza”. Non tutte accettano il gioco dei pagamenti e dei ricatti.

Dice no la modella Imane Fadil: “Circa due settimane dopo che scoppiò lo scandalo del gennaio 2011, incontrai Emilio Fede, su sua richiesta… Mi disse che mi avevano cercato chiamandomi sul mio cellulare, il telefono che avevo perso, per prender parte a una riunione ad Arcore con gli avvocati di Berlusconi, Fede fece proprio i nomi di Ghedini e Longo”. L’ex direttore del Tg4 “mi disse che la riunione era stata convocata per concordare quanto avrebbero dovuto dire in Procura o in Tribunale le ragazze e che per questo Berlusconi avrebbe pagato tutti con soldi e beni”. Fede “voleva che io incontrassi Berlusconi per non creare ulteriori casini, visto che Berlusconi era già nei guai. Mi disse che avrebbe potuto organizzare un incontro con Berlusconi e i suoi avvocati e che avrei potuto chiedere quello che volevo. A garanzia mi diede il numero di cellulare di Ghedini. Replicai che non intendevo in alcun modo accettare soldi o altro per mentire, il dialogo si fece teso e me ne andai”.

Sempre sul Fatto di sabato 4 luglio, Gianni Barbcetto aggiunge:

“Barbara Guerra, in un file audio inviato all’amica Ioana Visan tramite WhatsApp, dice: “Mi sono incazzata come una bestia, io del bla bla bla del burattino di Spinelli non me ne faccio più un c… gli ho detto di riferirlo al presidente, che se no io vado là e gli chiamo magistrati giornalisti e inquirenti… Stasera veramente gli entro in casa”.

Sempre stando alla cronaca di Gianni Barbacetto, è stata Ruby, all’anagrafe Karima el Mahroug, cioè colei

“che ha dato avvio a tutta la storia, quella che ottiene di più, secondo i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. Ben 7 dei 10 milioni di euro promessi e tracciati negli atti dell’inchiesta. Ma c’è anche un uomo che pressa il vecchio presidente: è Luca Risso, ex fidanzato di Ruby, che manda una lettera ad Arcore attraverso l’av vocato Luca Giuliante in cui ricorda le cose fatte per Berlusconi e alla fine gli presenta il conto:

“Spero si ricordi di quello che mi promise, o perlomeno mi aiuti come può”. Voleva più soldi. Gli investigatori segnalano alcuni bonifici fatti da Mirella Magioncalda, la mamma di Risso: il 14 novembre partono 25 mila euro sul conto 18174/80 della Standard Chartered Bank Frankfurt; altri 20 mila il 7 gennaio 2014. La traccia resta sull’iPhone e sul WhatsApp di Risso.

Ma tra Luca e Ruby, dopo un breve periodo di affari comuni in Messico, scoppia la guerra. Lei lo accusa di tradirla (e di mandargli i video dei tradimenti). Lui di trascurare la figlia. Nella casa genovese del padre di Risso, Mario, gli investigatori di Marco Ciacci trovano quattro fogli scritti a mano in cui l’uomo ha steso la bozza di una denuncia (mai consegnata) all’“illustrissimo signor Procuratore”di Genova.

Sostiene che Karima ha tenuto la figlia Sofia soltanto 98 giorni su 1.103 (2012-2013). Di quei 98 giorni, 86 sono di vacanza a “Taormina, Capri, Grecia, Brasile e 12 a Pavia, trascorsi in compagnia di amici, tate varie e viaggi aerei in prima classe… I soldi sono suoi e può farne uso a sua completa discrezione, solo che si è dimenticata che dopo la nascita di sua figlia e visto che mia moglie da sola non poteva allevare una bimba così piccola, la Karima in persona davanti a testimoni mi chiedeva di smettere di lavorare per poter dare aiuto in casa e nel contempo aggiungeva che mi avrebbe elargito 1.000 euro al mese come aiuto economico”.

Così Mario smette di lavorare “ad appalto nei civici cimiteri” e diventa “nonno a tempo pieno”. Ma il promesso aiuto di Ruby, dopo qualche mese, non arriva più. “Mi sono ritrovato senza un soldo… nonostante sapessi delle sue spese pazze in abbigliamento, pranzi, soggiorni vari al Cafè de Paris di Montecarlo”.

“Questa premessa è fatta per raccontare un fatto anomalo verificatosi nel gennaio 2014”: è l’arrivo nel pomeriggio di “un signore che già conoscevo come ‘tuttofare ’ di un noto signore milanese”, il quale consegna “una busta per Karima che correva in camera e dopo averla aperta (erano tutti pezzi da 500 euro) e dopo averli contati esclamava: accidenti sono 80 mila euro”. Alcuni medi dopo, continua Mario Risso, “sono venuto a sapere da fonte più che sicura che gli 80 mila euro erano stati inviati solo ed esclusivamente per me da quel noto signore milanese che era venuto a conoscenza della mia traballante situazione economica”.

A Ruby il padre di Risso chiede “120 mila euro per mantenimento Sofia”. Lei, tornata dal Messico dopo la rottura con Luca, si fidanza con Daniele Leo. Brucia soldi in shopping, regali e affari che non decollano. Non si realizza il centro estetico-dentistico a Genova che voleva far gestire dal fidanzato (professione igienista dentale, ironia della sorte, come Nicole Minetti). Fallisce il tentativo di diventare socia del ristorante milanese “i Parioli”. Non parte neppure la “società di comunicazione ” progettata insieme all’amica Fausta Viglialoro, che si definisce artista e poetessa. Investimento previsto: 400 mila euro. Le due vanno insieme a chiederli ad Arcore, il 6 dicembre 2014. Portano il progetto di business e una delle poesie di Fausta, regalo per Silvio Berlusconi. Lui la legge a voce alta e poi confida, sorridendo, agli amici: “Sotto la poesia vedevo scritto: 400 mila euro!”

Ancora sul Fatto, Fabrizio D’Esposito, domenica 5 luglio:

“Ecco uno sfogo di Barbara Guerra, altra olgettina, quando il povero ragioniere Giuseppe Spinelli, ufficiale pagatore del Bunga Bunga, viene rapito, tre anni fa: “No cazzo! No cazzo! Spinelli. No amo’ non possono rapirlo adesso. Mi deve intestare la casa e mi deve dare la macchina nuova. Poi può fare quel cazzo che vuole. Può anche andare a finire sotto una tomba, sotto un treno”.

Questione gay, Le ragazze del Bunga Bunga si sfogano contro Francesca Pascale, fidanzata di Berlusconi: “Ma è il pensiero che c’è dietro a questa battaglia pro-gay che è meschino e da abile giocatrice. A Lei non frega un c…o dei Gay… Lo sta solo facendo per ingraziarsi la fetta di popolo Gay che, ad oggi, non ha schieramento politico e non si sente tutelata nei suoi diritti”.