Sindaci-ministri incompatibili, pasticcio commissione: vota emendamento 2 volte

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2013 - 14:27 OLTRE 6 MESI FA
Vincenzo De Luca, viceministro e sindaco di Salerno

Vincenzo De Luca, viceministro e sindaco di Salerno

ROMA –  Una correzione fatta alla faccia del regolamento. Correzione di emendamento che salva la doppia poltrona, quella di sindaco e parlamentare, per tutti i primi cittadini di centri tra i 5 e i 15mila abitanti. Ma che apre un dubbio: che succede per quelli più grandi di 15 mila abitanti? Soprattutto un pasticcio perché  i relatori del dl Fare alla Camera, Francesco Boccia (Pd) e Francesco Paolo Sisto, hanno fatto rivotare un emendamento già votato. E approvato.

Lo scrive l’agenzia Public Policy con un lancio ripreso dal sito di informazione Formiche. 

Una manovra complessa che interessa una parte del cosiddetto Decreto del Fare già votata e approvata, quella che ha eliminato l’incompatibilità per tutti i parlamentari eletti che sono sindaci di un comune sopra i 5mila abitanti.

Quindi il pasticcio.

Spiega Public Policy:

Una correzione che deroga al diritto parlamentare e a ogni regolamento, visto che un emendamento votato e approvato dalle commissioni parlamentari non può essere rivotato e modificato dalle stesse. Deve andare in Aula e poi eventualmente essere riformulato. Questa volta invece, per correggere un “errore di formulazione”, come è stato definito nelle commissioni, i relatori hanno chiesto ai deputati di “correggere” il testo dell’emendamento e votare la correzione, per altro solo orale.

Ma perché questo nuovo emendamento? Spiega ancora l’agenzia

Così i relatori e il governo hanno tentato, almeno parzialmente, di mettere a tacere le molteplici polemiche che sono sorte in questi giorni intorno a questa norma, definita da qualcuno come una norma a favore di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno (che ha circa 131mila abitanti) e viceministro alle Infrastrutture. Con la correzione apportata oggi, ad esempio, De Luca e come lui i parlamentari che sono sindaci di comuni sopra i 15mila abitanti, dovranno dimettersi da una delle due cariche perché incompatibili.

E adesso la situazione è tutto tranne che risolta.

Come è emerso durante la discussione nelle commissioni, comunque, bisognerà fare una norma ad hoc per correggere la norma così com’è ora e stabilire incompatibilità e ineleggibilità. Finora infatti sono definiti compatibili i parlamentari-sindaci dei comuni tra i 5mila e i 15mila abitanti e inelegibili (per norme precedenti) quelli dei comuni oltre i 20mila abitanti. Bisognerà quindi chiarire ad esempio quale regime bisogna applicare ai parlamentari che sono anche sindaci di comuni sotto i 5mila abitanti o tra 15mila e 20mila.