Slaby, il guru del web di Obama incontra Casaleggio: “Scambio di idee”

Pubblicato il 5 Dicembre 2012 - 21:53 OLTRE 6 MESI FA
Michael Slaby, guru del web di Obama. In Italia ha incotrato Casaleggio

ROMA – Ha parlato di come fare la differenza con i social network. Ed è una materia in cui Michael Slaby,  capo dell’Ufficio Integrazione e Innovazione della campagna elettorale 2012 di Barack Obama e stratega della comunicazione politica attraverso i new media del presidente Usa, ha molto da insegnare. Ma nella sua visita in Italia Slaby ha anche trovato il tempo per incontrare uno che in Italia sembra avere un progetto simile, il co-fondatore del Movimento a Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio:  ”Si’, ho incontrato Casaleggio, abbiamo avuto un colloquio e ho ascoltato la sua idea del potere degli individui nella partecipazione online nel processo politico”.

Slaby era in Italia per il convegno ‘La nuova comunicazione politica: da Obama 2012 a Italia 2013’. Soffermandosi sull’aspetto del voto online affrontato durante l’incontro Slaby ha ricordato che ”la registrazione online non è possibile” in tutti gli Stati degli Usa dove, tra l’altro, si punta maggiormente ”sul principio dell’inclusione”. ”Noi vogliamo lo strumento del web ma non vogliamo che tutto si esaurisca in questo. Non possiamo dare del potere ad alcuni lasciando indietro altri. Ci sono persone che non voteranno mai online”, ha spiegato Slaby facendo riferimento a sua madre che, ”per esempio, preferisce andare a votare di persona”.

”Sii te stesso, ascolta, fa solo cio’ che conta e comprendi il significato del successo”. Sono queste le tre lezioni che Michael Slaby, capo dell’ufficio Innovazione e Integrazione della campagna elettorale di Obama 2012 ha sottolineato intervenendo al convegno ‘La nuova comunicazione politica: da Obama 2012 a Italia 2013’, organizzata dalle associazioni Amerigo e Enam alla camera dei Deputati. Strataga del successo elettorale di Obama sui social network, Slaby ha ricordato come nel 2008 ”con il digitale si era puntato in particolare sui giovani” mentre quest’anno, con i new media elevati a strumenti di comunicazione politica, ”è stato necessario un lavoro di integrazione dei mezzi e delle analisi dei risultati” nel quale si è cercato di coniugare ”il lavoro online e quello offline” grazie anche all’aiuto dei 700mila supporter ‘arruolati’ dallo staff di Obama.

Un lavoro indirizzato al ”microascolto, ovvero all’ascolto del singolo” per poi arrivare ad una strategia comune che aggreghi ”il più alto numero di persone in rete, dando loro degli obiettivi definibili in termini misurabili”, ha sottolineato Slaby paragonando la campagna di Obama sul web e non solo ”ad una sorta di customer service di un’azienda”. Ma – ha osservato – e’ cosi che un governo dovrebbe ragionare. La politica ormai non è più locale, è personale”. Alla base, tuttavia, restano la persona e i suoi contenuti. Al candidato occorre ”essere se’ stesso e non fingere autenticita’ perche’ cio’ permette di essere coerenti. Occorre comprendere il significato del successo e fare solo ciò che conta, per esempio con i volontari, ai quali risulta offensivo svolgere compiti inutili”, ha concluso il guru del web. E i repubblicani? ”Si sono avvalsi degli stessi strumenti ma a differenza nostra avevano le primarie e a quel punto noi avevamo sviluppato la nostra piattaforma gia’ da un anno. Il dono del tempo e’ essenziale”, e’ stata la sua risposta.