ROMA – I finanziamenti ai partiti verranno tagliati del 50% a regime. L’ultima tranche dei rimborsi che devono ancora essere erogati ai partiti sarà ridotta del 33%. E in più spunta il “cofinanziamento, legato alla capacità di raccolta da parte dei partiti” che varrà 27,3 milioni di euro all’anno. E’ questa, in sintesi, la proposta di legge contenuta nel testo ‘Abc’ depositato in Commissione Affari costituzionali sul finanziamento dei partiti e il controllo dei bilanci.
Con quattro giorni e due ore di ritardo Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) hanno depositato il testo che, secondo loro ”rivoluzionerà il sistema del finanziamento pubblico dei partiti”. Nel provvedimento i contributi pubblici per le spese sostenute da partiti e movimenti politici saranno ridotti a 91 milioni di euro l’anno. Di questi il 70%, cioè 63.700.000 euro sarà corrisposto come rimborso delle spese elettorali e contributo per l’attività politica. Il restante 30%, cioè 27.300.000 sarà erogato a titolo di ”co-finanziamento”. Per quanto riguarda l’ultima rata dei rimborsi, questa, che era già stata ridotta del 10%, dovrà essere ridotta ulteriormente di un ulteriore 33%. ”Il che significa – commenta Calderisi – che invece dei 182 milioni previsti, ne toccheranno ai partiti 122. Ma questa, incalza Bressa, ”è solo una nostra proposta che dovrà essere discussa in Aula”. Anche se il Pd, e su questo presenterà un emendamento in Commissione, vuole portare questa riduzione dei rimborsi al 50%.
La Commissione che controllerà i bilanci dei partiti sarà operativa già dalla prossima tranche elettorale che devono riscuotere i partiti. Non sarà più presieduta né composta dai presidenti delle tre più alte magistrature dello Stato, ma il coordinatore sarà scelto dai presidenti delle Camere e sarà formata da cinque magistrati: uno della Corte di Cassazione; uno del Consiglio di Stato e tre della Corte dei Conti.
Il fondo per il rimborso delle spese elettorali potrà essere erogato solo a quei partiti o movimenti politici che avranno ottenuto almeno un rappresentante eletto. Per quanto riguarda il Senato, il rimborso sarà ripartito su base regionale e quindi sarà suddiviso tra le regioni in proporzione alla rispettiva popolazione.
La quota spettante a ciascuna regione sarà ripartita tra partiti, movimenti e gruppi di candidati, in proporzione ai voti conseguiti in ambito regionale ”a condizione che abbiano ottenuto almeno un candidato eletto nella Regione”. Possono partecipare alla ripartizione di questo fondo anche i candidati eletti non collegati però ad alcun gruppo. Per quanto riguarda la Camera dei deputati, il rimborso delle spese elettorali sarà ripartito, in proporzione ai voti conseguiti, tra i partiti e i movimenti politici che abbiano ottenuto almeno un candidato eletto.
Chi darà denaro a partiti e movimenti che abbiano almeno un rappresentante eletto alla Camera, o al Senato, o al Parlamento Europeo o a un Consiglio regionale per importi fino a 10.000 euro, potrà avere una detrazione fiscale pari al 38%. Queste donazioni dovranno essere effettuate comunque solo attraverso versamento bancario o postale.
La Commissione Controlli entrerà in vigore immediatamente per verificare l’ultima tranche dei rimborsi elettorali che i partiti devono ancora incassare. Ma si tratterà di controllare dei bilanci elaborati con le vecchie regole. L’intera struttura del controllo dei bilanci che sarà introdotta grazie a questo testo, entrerà a pieno regime solo dal 2013, cioè dopo le prossime elezioni politiche.