Soldi partiti: “Meno 50%”. Pensioni d’oro: Monti ci riprova,poi rinuncia

Pubblicato il 9 Maggio 2012 - 20:28 OLTRE 6 MESI FA
camera

Camera dei deputati (Lapresse)

ROMA – Se i partiti subiscono lo scossone elettorale e propongono di tagliare i rimborsi del 50% sulla tranche di luglio, il governo Monti prova a rimettere la norma sulle pensioni d’oro nel decreto sulle commissioni bancarie, ma alla fine rinuncia. Il pacchetto di proposte di modifica sulla legge per i rimborsi elettorali al vaglio della Commissione Affari costituzionali alla Camera è cambiato dopo i risultati delle urne che hanno premiato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo: il taglio dei finanziamenti previsti per il prossimo luglio è passato dal 33 per cento, un terzo dei circa 180 milioni di euro, al 50 per cento.

Il deputato dell’Udc Pierluigi Mantini spiega: “In realtà avevamo ragionato a lungo sul taglio al 75% ma ci sarebbero stati effetti di licenziamento sui lavoratori dei partiti”. L’emendamento presentato dal capogruppo in commissione Gianguido Vanalli che proponeva l’abolizione totale dei rimborsi è stato respinto.

In tema di super pensioni dei manager, invece, il governo ha provato a ripristinare alla Camera nel decreto sulle banche la norma già cancellata da Palazzo Madama. In Senato Idv-Lega-Pdl avevano mandato sotto il governo, alla Camera invece è andata diversamente. La commissione Finanze della Camera stava per votare gli emendamenti al decreto sulle commissioni bancarie. Ad inizio seduta sono stati sondati i gruppi di maggioranza per capire se erano disposti a sostenere il reinserimento nel provvedimento dell’articolo sulle pensioni dei manager, cancellata dal Senato, che prevedeva che il tetto di 300.000 euro per gli alti funzionari pubblici, introdotto dal Decreto Salva Italia, non si ripercuota sulla definizione della loro pensione, nella parte calcolata con il metodo retributivo.

Prima la seduta è stata sospesa per consentire un confronto. Poi Lega e Idv sono insorte. Il leghista Maurizio Fugatti ha parlato di ”proposta vergognosa”, e il leader di Idv, Antonio Di Pietro, ha protestato. Alla fine è stato il governo a decidere per il dietrofront, rinunciando a depositare alcun emendamento. Giarda, in una nota, ha smentito l’intenzione del governo di ripristinare la norma sulle pensioni dei manager, ma è arrivata subito la controreplica della Lega, del Pdl e l’ironia dell’Idv: ”il governo fa retromarcia perché colto con le mani nella marmellata” ha detto Felice Belisario.