Sondaggi, Berlusconi perde consenso. Intanto irrompe il “terzo polo”

Pubblicato il 4 Novembre 2010 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA
montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo

Il “terzo polo” avanza nei sondaggi: una forza politica che ancora non esiste fa già parlare di sé nell’ottica di una sua possibile formazione. Lo ha scritto il sondaggista Renato Mannheimer in un articolo sul Corriere della Sera.

Secondo Mannheimer il calo di popolarità di Silvio Berlusconi ha creato uno spazio nel quale si può instaurare una eventuale coalizione che metta insieme finiani e centristi: “All’inizio di settembre il 36% degli italiani dichiarava di avere «moltissima» o «molta» fiducia per Berlusconi, mentre oggi chi lo afferma supera di poco un terzo degli italiani. Dato che l’elettorato di centrosinistra è ovviamente su posizioni critiche già da tempo, questo trend è determinato soprattutto dalla crescente disaffezione dell’elettorato di centro e centrodestra. Questo segmento di popolazione, non ritenendo comunque adeguata la proposta politica dell’opposizione, cerca un’alternativa accettabile verso cui dirigersi, esprimendo intanto la propria incertezza o la tentazione di rifugiarsi nell’astensione. Di qui l’emergere di uno spazio crescente per una terza forza”.

Già oggi, dice Mannheimer, il “terzo polo” avrebbe percentuali interessanti: “Il 22% dell’elettorato dice di «prendere in considerazione» una eventuale formazione del genere. Prendere in considerazione non significa necessariamente «votare», ma ne costituisce la precondizione”.

Invece, “la nuova forza politica sembrerebbe godere di un seguito pressoché eguale sia tra gli elettori attuali del Pd, sia tra quelli del Pdl: in entrambi i casi, essi costituirebbero il 16% circa dei voti per il terzo polo”.

Resta da capire, conclude Mannheimer, chi assumerebbe il ruolo di leader di questa nuova forza: “Si è parlato, al riguardo, di diverse possibilità, in particolare di Casini, Fini, Montezemolo. Queste alternative sembrano tutte attrarre gli elettori in misura non tanto diversa tra loro. Tanto che la presenza dell’uno o dell’altro nome fa variare di poco l’entità del mercato elettorale del terzo polo”.