Sondaggi: la Camera al Pd, rischio pareggio al Senato come nel 2006

Pubblicato il 28 Dicembre 2012 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Sondaggi: la Camera al Pd, rischio pareggio al Senato come nel 2006

ROMA – A meno che non si verifichino movimenti di consenso imprevedibili, il Pd a febbraio otterrà la maggioranza alla Camera. Ma al Senato? Il rischio è un pareggio, come successo nel 2006, vista la rimonta di Berlusconi di queste settimane. Ovvero una sostanziale ingovernabilità. E’ quello che dicono gli ultimi sondaggi sule prossime elezioni del 24 e 25 febbraio prossimi.

Spiega al Corriere della Sera il professor Roberto D’Alimonte, ordinario nella facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano:

“Tutto si giocherà al Senato e, quindi, tutto si giocherà in Lombardia, che è per l’Italia quello che per le elezioni del Presidente degli Stati Uniti, sono contemporaneamente l’Ohio e la California: l’Ohio perché è uno Stato contendibile (né tradizionalmente democratico né tradizionalmente repubblicano) e la California per il grande numero di seggi che attribuisce nelle votazioni”.

Visto il sistema elettorale, tutto si giocherà in Lombardia, Regione chiave che al Senato assegna ben 49 seggi. Continua ancora il Corriere:

“I fattori che rendono la Lombardia determinante sono almeno tre. Il primo riguarda quello che possiamo chiamare l’effetto election day e cioè, spiega Alessandra Ghisleri, di Euromedia research (che fornisce i sondaggi a Silvio Berlusconi), «l’effetto trascinamento della corsa a presidente della Regione dei tre candidati, Umberto Ambrosoli, Bobo Maroni, e Gabriele Albertini, sul voto dei collegi del Senato per le politiche»”.

“Un trascinamento che potrebbe spostare fino al 5 per cento degli elettori. Anche considerando le differenze dei collegi in cui i candidati sono più forti (Maroni in Lombardia 2 e 3, cioè Varese e Brescia, Albertini e Ambrosoli su Milano e Monza). Il secondo fattore è la redistribuzione dei seggi in base al censimento del 2011 che attribuiscono due scranni in più a Palazzo Madama alla regione lombarda, rispetto al 2008 e a scapito della Campania (-1) e della Sicilia (-1). Ma è il terzo ed ultimo, il vero elemento fondamentale, quello che farà la differenza: cioè i due scenari completamente diversi che si delineeranno a seconda che il Pdl riuscirà o no a stringere l’accordo elettorale con la Lega Nord. «È questo il vero, ultimo tassello che dobbiamo conoscere per mandare a posto tutti gli elementi del puzzle» spiega D’Alimonte”.

E intanto in queste ore si organizza il centro: venerdì è infatti previsto un vertice tra Mario Monti e i centristi di Casini per vedere che forma assumerà la partecipazione politica del premier alle prossime elezioni.