Elezioni, sondaggi della penultima ora: un mazzo di carte senza l’asso

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A quattro giorni dalla clandestinità è impazzita la maionese dei sondaggi. La media ponderata di quelli forniti finora racconta di un divario tra Bersani e Berlusconi che oscilla tra i 3 e gli 8 punti percentuali, di un Grillo che svaria tra il 13 e il 20 per cento, di un Monti tra il 12 e il 16 abbondante, di Ingroia sopra lo sbarramento del 4 per cento per entrare in Parlamento, sopra ma anche sotto…Insomma la “forbice” tra i risultati elettorali “previsti” è tanto ampia da comprendere più o meno tutti gli esiti possibili della consultazione. Con malignità si può osservare che non c’era bisogno delle indagini demoscopiche per sapere che Bersani e alleati stavano tra il 33 e il 38 per cento, che Berlusconi e alleati viaggiavano tra il 27 e il 31 per cento e così via, ci si arrivava anche da soli.

Ma non è cero colpa dei sondaggisti e dei loro professionali strumenti di ricerca. Loro ti avvertono pure, ma giornali e televisioni e opinione pubblica non vogliono sentire l’avvertimento, vogliono, vogliamo tutti giocare al gioco dei sondaggi e facciamo orecchie da mercante all’avviso per cui è come giocare con un mazzo cui mancano le carte. Già, mancano le carte, manca la decisione elettorale di quel 30 per cento abbondante dell’elettorato che non ha deciso, forse vota, forse no, forse vota per questo oppure per quello. Senza questa “carta regina”, senza questo asso del mazzo i sondaggi di cui disponiamo più che una partita sono un solitario. Sarà quel che farà quel 30 per cento abbondante degli elettori a decidere e questo nessun sondaggio lo sa né può sondarlo.

Loro, i sondaggisti, avvertono però malgrado loro (anche se con qualche piccola connivenza) i sondaggi della penultima ora vengono usati, branditi, esposti e sventolati come parte integrante della campagna elettorale, sono essi stessi campagna elettorale, materia di galvanizzazione o preoccupazione, grida di raccolta e di battaglia. Si può fare, con una “forbice” così ampia ognuno può impugnare il sondaggio per il verso che gli aggrada. Due sole cose appaiono relativamente molto probabili: i Progressisti di Bersani e Vendola e Tabacci sono ancora in testa, non si sa di quanto perché la destra di Berlusconi, Maroni, Storace, La Russa, Micciché recupera terreno, non si quanto. Poi la gara per il terzo posto è tra Monti e Grillo, non si sa se sarà arrivo sopra o sotto il 15 per cento.

Ancora quattro giorni di sondaggi dunque, poi la legge ne prevede il divieto di pubblicazione. Non divieto di farli i sondaggi, ma divieto di pubblicarli. Per cui nelle ultime due settimane circoleranno ma clandestini. Ci saranno alcuni che “sanno” e moltissimi che millanteranno di sapere, sarà un altro dei giochi di bar e salotto. Ma già oggi i sondaggi dicono cose diverse, al punto da essere usati come comizi finali di campagna elettorale.  Tecnè e Emg  istituti qualificati, eppure basta mettere i numeri a confronto: la differenza tra centrosinistra e centrodestra oscilla tra 4 e 8%, Grillo, tra il 14-16,5%, Monti 13,2-14,5%.

Ecco i risultati del sondaggio Tecnè per Sky Tg 24. Il centrosinistra totalizza il 32,9%, perdendo 1,4 punti. Centrodestra al 28,9%, in crescita dello 0,3. Sale di mezzo punto il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che prende il 16,5% e distacca di oltre 3 punti la lista Monti, che ha perso lo 0,1 e si ferma al 13,2% dei consensi. In crescita Rivoluzione Civile di Ingroia, che guadagnando lo 0,5 arriva al 5,1%.

Pd 29,5% -1,0

Pdl 20,4% +0,6

M5S 16,5% +0,5

Lista Monti 9,0% 0,0

Lega Nord 5,4% -0,1

Rivoluzione Civile 5,1% +0,5

Udc 3,5% 0,0

Sel 3,0% -0,3

Altri 7,6% -0,2

Incerti 35,0% -0,4

Altra musica per il sondaggio Emg per Tg La7. Pd sopra il 30% e Pdl sotto il 20%, 8 punti distacco fra la coalizione di centrosinistra e quella di centrodestra. Il centrosinistra, grazie anche al 4,6% di Sel, totalizza un 35,9% (-0,9 rispetto al sondaggio Emg della settimana precedente). Centrodestra al 27,9% (-0,1). A sorprendere è il dato del Pdl, dato al 19.6% in calo dello 0.4% in una settimana.

Pd 30,2% (30,7%) -0,5

Sel 4,6% (4,7%) -0,1

Altri centrosinistra

Totale coalizione 35,9% (36,8%) -0,9

Pdl 19,6% (20,0%) -0,4

Lega Nord – 3L 4,8% (4,7%) +0,1

La Destra (1,6%)

Fratelli d’Italia (0,7%)

Altri (1,0%)

Totale coalizione 27,9% (28%) -0,1

Lista Monti 10,1% (9,6%) +0,5

Udc 2,8% (3,1%) -0,3

Fli 1,7% (1,8%) +0,2

Totale coalizione 14,6% (14,5%) -0,1

Movimento 5 Stelle 14,5% (13,5%) +0,7

Rivoluzione Civile 4,6% (5,0%) +0,4

Fare 1,4% (1,0%) +0,4

Radicali (0,6%)

Pli (0,4%)

Altri (0,4%)

Astenuti (27,7%) +0,8

Scheda bianca (2,4%) -1,0

Indecisi (9,2%) -1,2

Ora, difficile fare pronostici con forbici così alte: la risposta al quesito elettorale, evidentemente, è nei sondaggi ma nei sondaggi non si vede. E in qualche sondaggio la risposta c’è ma è sbagliata.