Sondaggio Ipr Marketing. Effetto Ruby su Berlusconi, ma il Pdl tiene nelle intenzioni di voto

Pubblicato il 2 Febbraio 2011 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

L’effetto dello scandalo Ruby, bunga bunga e arcorine, inizia a colpire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, almeno secondo quanto scrive Repubblica citando un sondaggio Ipr Marketing.

Durante il mese di gennaio sono stati fatti tre diversi rilevamenti riguardo alla fiducia nel Cavaliere da parte degli italiani e nella seconda settimana di intercettazioni e carte pubblicate dai giornali sulle feste ad Arcore comincia a farsi sentire una flessione. Il Pdl invece regge la bufera. A fine gennaio la fiducia in Berlusconi è al 35% (come a dicembre), mentre la fiducia nel governo è al 24% (stesso livello di fine 2010), chiarisce Repubblica.

Il primo sondaggio è stato fatto il 10 gennaio: la fiducia nel Cavaliere è al 40 per cento con un recupero di 5 punti sul suo minimo storico (35%) del 19 dicembre scorso. Il governo risale dal 24% al 26%. La “sfiducia” nell’esecutivo risulta a quota 62% contro il 67% di dicembre.

Nei rilevamenti del 21 gennaio la fiducia in Berlusconi resta stabile al 40% . Due settimane dopo, nel sondaggio del 30 gennaio, invece il presidente del Consiglio è sceso al 35% tra “molto” e “abbastanza” fiduciosi.

Nelle intenzioni di voto gli italiani ancora non sono molto convinti e gli indecisi sono al 42%. Il Pdl rimane al 29,5% e il Pd al 25,5%, Lega (12%), Udc (6,3%), Idv (5,5%), Api (2%) e Mpa (0,5%). Sel è in crescita al 7,5%.

Per quanto riguarda i ministri nemmeno uno è al di sopra del 60% di “fiduciosi”. Sacconi è il primo ma perde 2 punti “come l’altro capoclassifica Angelino Alfano: entrambi sono a quota 59. Scendono anche Rotondi, Carfagna, Brunetta, La Russa (-3, i soldati caduti in Afghanistan?), Matteoli, Prestigiacomo, Matteoli, Gelmini, Brambilla, Frattini (-3, il question time sulle carte di Santa Lucia contro Fini?), Vito, Fitto, Bondi e Romani. Fermi sulle posizioni precedenti Maroni, Bossi, Tremonti, Fazio, Galan, Meloni, Calderoli”, scrive Repubblica.