Sondaggio Mannheimer: il 70% degli elettori di Fini vuole mandare Berlusconi a casa

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA

La maggioranza dei finiani vuole  la linea dura contro Silvio Berlusconi. Non si tratta dei falchi del neonato Fli, ma del ventre profondo del partito, i per ora potenziali, elettori. I risultati vengono da un sondaggio diffuso da Renato Mannehimer e pubblicato dal Corriere della Sera. Un sondaggio che offre al presidente della Camera cifre precise di cui è difficile, se vuole trasformare lo “strappo” in seggi, non tenere conto.

Fini, in verità, almeno in questi ultimi giorni sembra tentato dal compromesso: marzo è troppo vicino, il partito non è ancora organizzato e, soprattutto, sulla linea del “mandare a casa Silvio Berlusconi” è tutt’altro che coeso. Gli elettori, invece, sembrano avere idee decisamente più chiare. Spiega Mannheimer che il 52% degli italiani suggerisce agli italiani la linea dura. Maggioranza minima che, però, diviene decisamente più interessante se comparata con le odierne intenzioni di voto.

Spiega il sondaggista: “I votanti per il Pdl sono, come era facile aspettarsi, assai più favorevoli (87%) al compromesso con Berlusconi. E lo sono anche, seppur in misura lievemente minore (77%), quelli per la Lega. Sul fronte opposto, gli elettori del Pd optano grossomodo con la stessa intensità (80%) per la linea dura. Ma, ciò che è più significativo, assume quest’ultima posizione — un atteggiamento di maggiore intransigenza — anche la maggioranza (69%) di quanti indicano l’intenzione di votare per Fli. Anche se una parte considerevole di questi ultimi, più di uno su quattro, esprime la posizione contraria”.

Difficile, però, che Fini si lasci influenzare più di tanto da questi numeri. Il presidente della Camera è e rimane indeciso. Anche perché, spiega sempre Mannheimer, le intenzioni di voto, in un periodo in cui è ancora incerta la data delle elezioni, cambiano in modo repentino. Il Fli era molto popolare dopo il discorso di Mirabello, in flessione nel periodo successivo. Il discorso di Perugia lo ha portato vicino all’8%, mentre, in questi ultimi giorni, c’è di nuovo un piccolo calo. Ma la campagna elettorale, e Fini lo sa bene, è un’altra cosa. Soprattutto se si tratta di affrontarla con la macchina propagandistica di Silvio Berlusconi tutta schierata contro.