Il peso del terzo polo nel sondaggio di Repubblica: 22 per cento di preferenze

Pubblicato il 7 Luglio 2010 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini, Francesco Rutelli, Pier Ferdinando Casini

Dopo le tante rotture tra Silivio Berlusconi e Gianfranco Fini e le aperture di Francesco Rutelli, il “terzo polo”in un bipolarismo all’italiana che non sembra reggere segna il suo primo successo in cifre. E’ quel che segnala il sondaggio di Ipr marketing per Repubblica.i, che gli attribuisce il favore del 22 per cento degli intervistati.

La nuova coalizione riunirebbe l’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini, la corrente finiana del Popolo dellaLibertà, l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli e il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. Una compagine ìin gardo di unire destra e sinistra, sia a livello di dirigenza sia a livello di elettori.

Il terzo polo sottrarrebbe voti a destra e sinistra, e con il suo 22 per cento insidierebbe gli equilibri di governo, ponendosi come forza non certo indifferente tra il 36 per cento degli elettori di sinistra che votano Partito democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi, Socialisti, Radicali e il 40 per cento delle preferenze accordate dal popolo di destra a Pdl, Lega, La Destra, Noi Sud.

La novità del terzo polo porterebbe così via un 4 per cento di favori al centrosinistra, stando ai risultati delle ultime elezioni europee, e un 5 per cento al centrodestra.

Nel primo caso, l’attuale opposizione dovrebbe fare a meno del partito di Rutelli, tra i cofondatori del Pd ma ora uno dei promotori della nuova formazione centristra, e di una probabile quota di elettori che in un sistema bipolare sono schierati con i democratici ma che il terzo polo centrista e antiberlusconiano potrebbe attrarre.

Un discorso analogo vale per il centrodestra. L’uscita di Fini e dei suoi fedelissimi, unita a quella di altri dissidenti del Pdl, potrebbe trascinarsi dietro molti elettori che guardano con interesse alle politiche sulla legalità portate avanti dal presidente della Camera, o quanti temono un’eccessiva incidenza delle posizioni leghiste.