Sondaggio: Il leader del Pd? “Renzi”. Ma i voti arrivano dagli stessi pc

Pubblicato il 26 Maggio 2010 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

Un sondaggio online “truccato” ha indicato Matteo Renzi come prossimo leader del Pd. Il sondaggio è stato pubblicato sul sito dell’Espresso ed è stato lo stesso Espresso ha rivelare dopo qualche giorno l’inghippo: molti voti sono stati espressi dagli stessi computer.

La domanda rivolta ai lettori era semplice: “Chi sarà tra cinque anni il leader del Pd?”. I candidati tra cui scegliere erano Nichi Vendola, Giuseppe Civati, Matteo Renzi, Matteo Orfini, Debora Serracchiani, Ivan Scalfarotto, Fausto Raciti, Federica Mogherini,Maurizio Martina.

Il risultato finale ha visto la vittoria di Renzi, che ha preceduto rispettivamente Civati, Vendola e la Serracchiani. Ciò che ha insospettito i promotori del sondaggio è stata l’incredibile rimonta di Orfini, che alla fine ha ottenuto 4.635 voti. La maggior parte di questi li ha ottenuti tutti nell’ultimo giorno: possibile che tutti fossero improvvisamente diventati “orsiniani”?

Da qui il sospetto dell’Espresso che ha svolto una ricerca per individuare gli indirizzi Ip dai quali si erano pronunciati gli “elettori”: il risultato dell’indagine è stato pubblicato sul sito del settimanale dopo qualche giorno.

Per la risposta “Matteo Orfini” su 4.635 voti totali, 3.493 sono arrivati dallo stesso Ip. Il 75% del totale.

Per la risposta “Matteo Renzi” sugli 8.373 voti totali, 1.233 voti, 1.776 voti e 2.205 voti sono arrivati da tre Ip unici. Il 62% del totale.

Pper la risposta “Debora Serracchiani” sui 7.627 voti totali, 1.634 voti, 1.690 voti e 2.097 voti sono arrivati da tre Ip unici.Il 71% del totale.

Per la risposta “Giuseppe Civati” sugli 8.345 voti totali, 1.042 voti, 1.776 voti e 2.478 voti sono arrivati da tre Ip unici.Il 63% del totale.

Per la risposta “Nichi Vendola” sugli 8.245 voti totali, 529 voti, 842 voti, 980 voti e 2.459 sono arrivati da quattro Ip unici. Il 58% del totale.

L’Espresso ha spiegato che «i risultati non hanno la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone», trattandosi di «rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione». Ma se i risultati sono questi, si sono chiesti alcuni lettori, allora perché pubblicarli?