Spese pazze Liguria: 27 consiglieri indagati, tutto l’Ufficio di presidenza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Aprile 2015 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA
Spese pazze Liguria: 27 consiglieri indagati, tutto l'Ufficio di presidenza

Regione Liguria

GENOVA – Sono in tutto 27 i consiglieri della Liguria coinvolti nell’inchiesta sulle spese pazze in Regione, almeno 10 in più di quelli già noti. L’avviso di chiusura delle indagini, che riguardano il periodo 2010-2012 cioè i primi due anni della seconda giunta Burlando, è stato notificato martedì agli indagati. Tra questi, tutti gli attuali componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio: il presidente Michele Boffa (Pd), i due vice presidenti Massimo Donzella (Pd), all’epoca Udc, e Luigi Morgillo allora Pdl, ora Liguria Libera; Giacomo Conti (Fds), Francesco Bruzzone (Lega). Indagati anche due assessori, Renzo Guccinelli (Pd), allo sviluppo economico, e Matteo Rossi (ex Sel), allo sport. Sono accusati, a vario titolo, di falso ideologico e peculato in concorso.

Gli indagati del Pd, oltre ai già citati  Boffa e Donzella, sono Antonino Miceli, Renzo Guccinelli, Mario Amelotti, tesoriere del gruppo.

Di Forza Italia, a parte Morgillo ci sono Marco Melgrati, Marco Scajola, Matteo Rosso (ha lasciato il partito per sostenere Edoardo Rixi, ex candidato alla presidenza della Regione per la Lega, anche lui indagato). Per la Lega: Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi, Maurizio Torterolo. I rappresentanti di Ncd indagati sono: Gino Garibaldi, Franco Rocca, Alessio Saso.

Dell’Udc ci sono Rosario Monteleone, ex presidente del consiglio regionale ligure, che avrebbe prelevato somme dalla cassa dell’Udc per spese personali. E il capogruppo del partito di Casini, Marco Limoncini, che avrebbe speso soldi pubblici per gratta e vinci e spese agli autogrill.

Cene, pranzi, viaggi, regali e, ancora, taxi, cancelleria, bar. Nelle spese contestate dal pm Francesco Pinto, c’è di tutto. In particolare, agli esponenti della Lega Nord il magistrato contesta di avere speso soldi pubblici per viaggi in mete turistiche, pranzi e cene a base di ostriche, fatti soprattutto in giorni festivi, come Pasqua e Pasquetta, 25 aprile, primo maggio o ferragosto. Migliaia di euro pubblici per spese private secondo l’accusa. A uno dei consiglieri del Carroccio, inoltre, è stato contestato il falso perché avrebbe alterato una pezza giustificativa.

Ai consiglieri del Pd, il sostituto procuratore ha contestato spese in ristoranti, bar, cancelleria, taxi e biglietti d’aereo. Tutti i consiglieri interrogati hanno giustificato le spese sostenute sostenendo che fossero delle spese di rappresentanza o che gli scontrini contestati fossero stati inseriti nelle richieste di rimborso per sbaglio.

Un’altra inchiesta del pm Nicola Piacente sulle spese pazze ha coinvolto invece sei ex consiglieri ed esponenti di Idv. Il gup deve decidere a breve la sentenza per due di loro che hanno scelto il rito abbreviato, e decidere sull’eventuale rinvio a giudizio per gli altri quattro.