Ma Spider Truman è l’ex parlamentare Francesco Caruso? Sì e no

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Lo conosco da tanto ma non sono io, ovviamente non posso dire chi è”. Risponde così l’ex parlamentare Francesco Caruso accusato sul web di essere il misterioso vendicatore Spider Truman. Giovedì infatti è arrivato l’ennesimo colpo di scena del caso che sta tenendo col fiato sospeso internet: chi sarà Spider Truman? Sulle prime era stato accusato Gianfranco Mascia, che però ha smentito in un’intervista a Wired, a nome suo e del Popolo Viola.

Nella mattinata di giovedì in rete era circolata una precisa descrizione di come risalire all’indentità del misterioso eroe. Si è scoperto che la sua mail secondaria era la stessa di un profilo Facebook: quello di Francesco Caruso. Il quale ora smentisce.

Intervistato dal Corriere della Sera Caruso spiega: “Io non sono Spider Truman. L’ho conosciuto alla Camera dei Deputati, da allora siamo rimasti in contatto per molto tempo. Mi contatta per mail un paio di settimane fà, mi spiega il suo progetto, non capisce molto di internet ma vuole denunciare il suo “datore di lavoro”, poi decide che vuole denunciare tutto il marcio del palazzo. Un po eccessivo nella pretesa, ma non gli dico nulla per non demoralizzarlo. Io gli dò una mano per fare il blog, il profilo Facebook, ma non pensavo che avrebbe combinato tutto questo casino”.

Il Corriere poi ha provato a strappargli un’ammissione con diverse telefonate. Ecco come è andata. Ore 17.32: il cellulare dell’ex parlamentare risulta spento. Ore 17.38: ancora spento. Ore 17.49: il telefonino dà segnale occupato. Ore 17.50: la voce di una compagnia italiana avverte che il numero non è raggiungibile. Ore 18.02: cellulare ancora spento. Ore 18.11: il cellulare squilla. Pronto, Francesco, finalmente raggiungibile. “Eh sì, mi dica”. Allora possiamo confermarlo: “Spider Truman” è lei. “Eh, ma… Senta io ho solo scritto i post sul blog e su Facebook”. Quindi è lei. Quindi non è vero che si tratta di un precario che ha lavorato per quindici anni a Montecitorio e che poi è stato cacciato. “Eh…”. Clic. Qui il segnale s’interrompe. Il cellulare è spento.