Spread, Borse: la diga cede. E’ l’Italia il masso della catena

di Sergio Carli
Pubblicato il 5 Settembre 2011 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La diga, se diga era, sta cedendo: i capitali scappano dalle Borse, la fiducia nei titoli di Stato se ne va come in un’emorragia. Ed è l’Italia il peso più grosso che tira giù la “catena” dei paesi euro. Spread dei titoli di Stato italiani a quota 370, di nuovo si arrampicano verso quota 400. E questo nonostante e dopo la manovra. Non ci si fida della rotta incerta della manovra e soprattutto dei timonieri della nave Italia. Staimo pagando, è questo il prezzo delle due/tre settimane di ammorbidimento della manovra. E sono soldi veri, non soldi di “nessuno”, della gassosa “finanza”. Cento punti di spread significano 16 miliardi di euro, ogni “peso” che togli dalla manovra lo ritrovi raddoppiato il lunedì successivo sul portafoglio del bilancio pubblico. Il governo italiano ha usato queste due/tre settimane per scrivere e cancellare, soprattutto togliere dalla manovra quello che c’era. Il conto è arrivato puntuale. E il conto lo serve anche Moody’s, una delle temute agenzie di rating che danno le pagelle ai debiti pubblici degli Stati, e il messaggio, appena chiude Milano, non è dei migliori: il rating dell’Italia ”è attualmente AA2 ed è sotto osservazione per un declassamento”. Come dire che può andare peggio e che il peggio è dietro l’angolo di questo passo.

I capitali scappano e la fiducia si dissangua: i mercati, i risparmiatori, gli investitori, il mondo, tranne quello che siede in Parlamento, sa che la Bce non potrà continuare a compare titoli di Stato italiani. Quindi sconta, già calcola “l’abbandono”. E sa che, senza quell’aiuto, con questa manovra e questo governo che ne è il padre, l’Italia da sola non si salverà. Ma Italia che non si salva vuol dire euro che scricchiola o si rompe. Sta partendo un ognuno per sè e chissà chi per tutti. Ai mercati l’Italia dovrebbe offrire domani, subito un governo capace di tagliare davvero la spesa, di tassare davvero i patrimoni, di rischiare investimenti per la crescita . Un governo capace di rischiare di perdere le elezioni per salvare il paese. Questo governo l’Italia non ce l’ha, questo è sicuro. Ed è dubbio che un simile governo lo avrebbe anche sostituendo Berlusconi con Bersani o chi per lui. Troppo grande per essere salvata, troppo immobile e illusa per salvarsi da sola. Purtroppo non è un rating delle Agenzie, è solo la cronaca politica e parlamentare dell’Agosto italiano. E si va giù in catena: la Grecia tirò l’Italia, l’Italia tirà giù l’euro, il governo tirà giù l’Italia. E l’Italia non di governo? Si tira giù da sola.