Stabilità, Stefano Fassina: “Da 2014 meno 1,7 mld di tasse per le famiglie”

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Novembre 2013 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA
Stabilità, Stefano Fassina: "Da 2014 meno 1,7 mld di tasse per le famiglie"

Stefano Fassina (Foto Lapresse)

ROMA – Non è vero che aumenteranno le tasse, anzi: “Il Disegno di Legge di Stabilità in discussione al Senato determina per il 2014 per famiglie e imprese non finanziarie una riduzione di imposte di 1,661 miliardi di euro“. E’ quanto afferma il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, commentando i dati della Cgia di Mestre.

Fassina, che per primo aveva mostrato le sue remore sul testo licenziato dal governo, tanto da ventilare le proprie dimissioni, inverte nuovamente la rotta. E anzi invita il Pdl a mettere da parte eventuali “polemiche strumentali”. “Il governo – dice Fassina – insieme alla Commissione Bilancio del Senato, è impegnato a migliorare il Ddl Stabilità. I loquaci esponenti del Pdl dovrebbero evitare polemiche strumentali”

Alla Cgia di Mestre, Fassina specifica che a saldi invariati per le famiglie le tasse diminuiscono, mentre aumentano sulle banche. “L’aumento complessivo di imposte per il 2014, riportato con piena evidenza nelle tabelle allegate al Disegno di Legge di Stabilità e oggi rilanciato da Cgia di Mestre – osserva il viceministro – è dovuto a 2,634 miliardi di maggiori entrate dalle banche. Un aumento una tantum che si tradurrà negli anni successivi in una riduzione di imposte per le perdite su crediti inesigibli a famiglie e imprese. Una misura finalizzata a eliminare ostacoli all’accesso al credito bancario”.

Intanto il premierEnrico Letta, è pronto a vedere i gruppi Pd, Pdl e Sc. Parteciperà mercoledì, a quanto si apprende, al gruppo congiunto del Pd sulla legge stabilità con l’obiettivo di migliorare la manovra in Parlamento, pur mantenendo invariati i saldi e l’impianto generale. Letta ha dato poi la disponibilità a partecipare alle assemblee dei gruppi di Pdl e Sc sempre sulla legge di stabilità.

Bernini (Pdl), governo cambi rotta o stop sostegno  – “Il governo cambi radicalmente rotta e sia quel governo di cambiamento a cui abbiamo dato la fiducia in Parlamento. Se così non fosse, continuare a sostenerlo sarebbe da parte del Pdl-Forza Italia un esercizio di masochismo verso noi stessi, e al tempo stesso di sadismo nei confronti di tutti gli italiani”. Lo dichiara in una nota Anna Maria Bernini, senatrice del Pdl.

Capezzone, riscrivere manovra ‘tassa e spendi’  – ”L’appello di Confedilizia e della Cgia va assolutamente raccolto, e va nella direzione di quanto alcuni di noi dicono da giorni”. Lo afferma il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone. ”I numeri nudi e crudi – sostiene Capezzone – parlano chiarissimo. Una manovra che, stando ai saldi netti da finanziare, prevede nel 2014 ben 9,45 miliardi di maggiori spese e solo 2,64 miliardi di minori entrate, da coprire con 11,4 miliardi, di cui solo 4,2 miliardi di minori spese e ben 7,2 miliardi di maggiori entrate (quindi ancora una volta, come nel passato, un rapporto fortemente sbilanciato sul lato delle entrate nella misura di 2/3 delle coperture), può essere definita solo manovra tassa-e-spendi. Il quadro è poi confermato dall’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, dal quale emerge come saldo delle entrate un aumento delle tasse per 972 milioni di euro, e come saldo delle spese un aumento della spesa pubblica di 2.6 miliardi. Anche qui, dunque, più spesa e più tasse”. Quanto alla Tasi, ”essa si mostra per quello che è: l’Imu sotto altro nome. E (lo ripeto anche oggi!) siamo solo all’aliquota standard: figurarsi quando arriveranno le maggiorazioni di aliquote, fino a due volte e mezzo, possibili per i Comuni. Questa stangata va assolutamente evitata in Parlamento, correggendo e riscrivendo la legge di stabilità”.

Galan: da governo solo tasse, ora basta  – “Solo, solo, solo tasse. Io rispondo: basta, basta, basta!”. Giancarlo Galan si schiera con quanti, nel partito di Berlusconi, vorrebbero chiudere con il Governo dopo la prova data sulla legge di stabilità ma anche, come sottolinea il parlamentare Pdl, sul dl istruzione. “Questo governo è assolutamente indisponibile a valutare tagli di spesa e soluzioni in favore dei cittadini. Non è più un sospetto è una matematica certezza. Ne danno ulteriore, drammatica, conferma i dati presentati dalla Cgia di Mestre che sono a dir poco allarmanti. La legge di stabilità è ben diversa da come ci è stata presentata e le previsioni contenute non giustificano nessuna delle dichiarazioni entusiastiche che ho sentito dagli esponenti del Governo. L’ho vissuto in prima persona nelle ultime settimane – prosegue – con il decreto istruzione appena licenziato dalla Camera, non c’è alcuna volontà di invertire la tendenza, il Governo ed il Mef non ascoltano e non intendono prendere minimamente in considerazione il contributo parlamentare. Infatti, il dl istruzione prevede, ovviamente, nuove tasse per i cittadini che serviranno ad ingrassare ulteriormente la macchina statale senza alcun riguardo alla piccola media impresa, da sempre grande valore del nostro tessuto produttivo. Francamente ritengo che una forza liberale come la nostra, Forza Italia, non possa più stare in disparte ed assistere ad un tale spergiuro di tutte le promesse fatte ai nostri elettori, oltre che ai nostri stessi principi, valori ed ideali”, conclude.

Sacconi, confronto nel Pdl non danneggi governo  – “Il confronto interno al Pdl non deve realizzarsi in danno della governabilità”. Lo afferma il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, prendendo spunto dal confronto sulla legge di stabilità. “Il Pdl ha sviluppato nelle sue concrete esperienze di governo la consapevolezza delle fatiche e delle contraddizioni implicite nelle decisioni di finanza pubblica in una stagione difficile. Abbiamo direttamente verificato le difficoltà con cui si rispettano i parametri di bilancio e si determinano migliori condizioni per la crescita, a partire dalla riduzione della pressione fiscale. E dovremmo quindi oggi competere al nostro interno sulle migliori idee per tagliare la spesa, come abbiamo fatto in occasione del seminario della Fondazione Magna Carta, proponendo 10 ipotesi di spending review”, sostiene. “E’ evidente che la legge di stabilità deve essere corretta soprattutto su un tema: quello che proviene dalla norma approvata dalla larga maggioranza che sosteneva il governo Monti, con la quale si è capacitata in misura eccessiva l’autonomia impositiva dei Comuni sulla casa e sui fabbricati d’impresa. Questa capacità ora deve essere ridotta, anche alla luce dell’extragettito dell’Imu nel 2012, così come deve essere reso effettivo il fallimento politico degli amministratori dei Comuni in dissesto senza più deroghe ne’ rinvii. Il nodo della legge di stabilità e’ essenzialmente tutto qui e qui si deve concentrare il nostro impegno per liberare le famiglie e le imprese dall’oppressione fiscale in funzione dei consumi e della crescita”, conclude.

Grillo, Letta aumenta tasse e mente a italiani  – “Letta aumenta le tasse” e “mente agli italiani”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog, in calce alla lettera di un commerciante ortofrutticolo che lamenta “un aumento della tassazione sui rifiuti del 600%”. Così si “uccide una categoria a favore dei soliti centri commerciali, vedi coop – denuncia il commerciante – Probabilmente dovrò licenziare il mio dipendente. Siamo davvero al limite. Ora comincerò a pensare ad una nuova vita in un altro Paese”. Grillo ricorda allora che Letta il 19 ottobre ha affermato di aver “abbassato le tasse”. Poi cita i dati di ieri della Confcommercio sull’impennata della spesa (“il 650% in più”) per “ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio”. Di qui la conclusione: “Letta mente agli italiani”.

Relatore, tra ipotesi aumento tetto no tax area  – “Tra le ipotesi” di modifica alla Legge di Stabilità sul fronte del lavoro spunta la possibilità di “innalzare il tetto della no tax area, portandola da 8mila a 9 mila euro”. E’ quanto riferisce, interpellato al telefono, uno dei relatori al ddl, Giorgio Santini (Pd). Un intervento che ”costerebbe parecchi miliardi – spiega Santini – ma che riguarderebbe anche i cassaintegrati. E per aggirare il nodo coperture si starebbe ragionando, spiega il senatore, “sulla possibilità di diluire la misura in tre anni”.

Damiano, è iniqua, va rivista  – “L’equità va ristabilita e deve andare a vantaggio dei più deboli”. Lo afferma, interpellato al telefono, il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano che sottolinea come le misure attuali siano ”del tutto insufficienti”. Per l’esponente del Pd sul fronte del cuneo occorre rivedere il bonus fiscale in favore dei ”redditi più bassi” lavorando sugli “scaglioni”, nonché prevedere un’unica erogazione degli sgravi. Altro capitolo quello della “proroga dei precari della P.a., il cui rapporto scade a fine anno”, così come la necessaria semplificazione del bonus per chi ha un lavoro non stabile e la definizione dell’equo compenso per i lavoratori a progetto. L’elenco però delle modifiche non finisce qui: sul fronte previdenziale, spiega Damiano, lo stop all’indicizzazione delle pensioni è “fortemente iniquo” e va dunque rivisto, così come sarebbe opportuno ripensare la flessibilità del sistema previdenziale, introdurre misure più favorevoli alle ricongiunzioni, congelare l’aumento dei contributi previsti per le partire Iva. Un pacchetto corposo che per andare in porto necessita innanzitutto della “volontà politica” e poi “ovviamente delle coperture. Non sono contrario – dice a questo proposito Damiano – alla tassazione delle rendite finanziarie, a un intervento sulle pensioni d’oro e a misure legate alla lotta all’evasione fiscale”.

Formigoni,no a linguaggio minaccioso e ultimatum  – “Alcuni cambiamenti alla legge di stabilità si devono fare, ma non si può usare ogni volta un linguaggio ‘ricattatorio’. Siamo in questo governo e sono sicuro che i nostri ministri, come noi in Parlamento, si batteranno perché le nostre proposte siano accolte, ma non capisco il costante uso di un linguaggio da ultimatum, minaccioso”. Così Roberto Formigoni (Pdl) commenta le dichiarazioni di chi nel Pdl mette in discussione la tenuta del governo sul tema della legge di stabilità. “E’ una strumentalità da evitare”, dice.