Statali precari, Patroni Griffi: “Non possiamo assumere tutti i 260mila”

Pubblicato il 5 Dicembre 2012 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA
Filippo Patroni Griffi, ministro della Funzione Pubblica (Foto LaPresse)

ROMA – “Non possiamo assumere tutti i 260mila precari della pubblica amministrazione”. Filippo Patroni Griffi, il ministro della Funzione Pubblica, ha spiegato che pur prendendo in considerazione tutte le forme di flessibilità ma non è possibile pensare a una ”stabilizzazione di massa”. Insomma i dipendenti precari statali sembrano destinati ad un taglio degli esuberi.

Tra gli statali precari 130.000 sono nella scuola, 115.000 nella sanità e enti locali e 15.000 nelle amministrazioni centrali. Negli enti previdenziali e negli enti parco, nel complesso, dovrebbero esserci 3.300 eccedenze di personale non dirigenziale, che se si cumulano alle 4.028 già previste per le prime 50 amministrazioni dello Stato portano il totale a 7.300 persone nelle amministrazioni centrali, ha poi precisato il ministro spiegando che si tratta solo delle prime proiezioni dei dati del Conto annuale 2011 della Ragioneria, che non è stato ancora pubblicato.

Patroni Griffi ha poi aggiunto: “Non si può pensare a una stabilizzazione di massa sarebbe contro il dettato costituzionale” e annullerebbe la possibilità di entrata nelle amministrazioni pubbliche dei giovani. ”Ogni soluzione – ha detto – deve essere graduale”. Tra le possibilità per risolvere temporaneamente il problema dei contratti in scadenza, ha spiegato il ministro, c’è la deroga al limite massimo per i contratti a termine (36 mesi) portandola in alcuni casi specifici a 60 mesi.

Il Governo invierà un atto di indirizzo all’Aran per un accordo quadro che definisca settori e tipologie dove e’ possibile derogare al limite massimo dei 36 mesi per i contratti a termine nella pubblica amministrazione, ha poi spiegato Patroni Griffi spiegando che al momento il provvedimento è al ministero dell’Economia per il concerto. Il settore della ricerca ha un limite di 60 mesi, ma l’accordo potrà definire limiti diversi per gli altri settori e tipologie.