Slittano gli Stati generali: tensioni tra Conte e il Pd

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2020 - 00:57 OLTRE 6 MESI FA
Slittano gli Stati generali: tensioni tra Conte e il Pd

Slittano gli Stati generali: tensioni tra Conte e il Pd (Foto Ansa)

ROMA  –  Il grande esordio della Fase 3 della ripartenza, gli Stati generali dell’economia, slitta: sull’appuntamento lanciato dal premier Giuseppe Conte nella sua ultima conferenza stampa sono scoppiate le tensioni nel governo.

A registrarlo è la riunione con i capidelegazione della maggioranza, che vede un Pd critico sulle modalità con cui è stata messa in campo l’iniziativa.

A peggiorare il clima una serie di nodi che Conte, da qui alla fine di luglio, sarà chiamato ad affrontare: dalle concessioni ad Autostrade all’attivazione del Mes, sulla quale cresce, di giorno in giorno, il pressing dei Dem.

La conferenza stampa del 3 giugno non ha cambiato, anche con le opposizioni, il clima teso sulla fase 3. E nel corso della riunione con i capidelegazione, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il titolare del Mise Stefano Patuanelli la tensione emerge con nettezza.

A non nascondere le critiche del Pd sarebbe Dario Franceschini: con decine di miliardi da spendere non è possibile mettere in campo un piano per la ripresa economica in pochi giorni, è meglio trasformare l’evento in un’occasione di ascolto, sarebbe stato il ragionamento del capodelegazione Dem.

Mentre il M5S si dice pienamente d’accordo con l’iniziativa di Conte, Iv mantiene una posizione non contraria agli Stati generali ma ad una condizione: che si evitino passerelle inutili e si facciano cose concrete.

Ma la partenza azzoppata dell’iniziativa potrebbe determinarne lo slittamento: è pressoché impossibile che il calcio di inizio alle riunioni avvenga lunedì, come era nelle intenzioni iniziali di Conte.

Le incognite a corollario dell’organizzazione degli Stati generali sono diverse. Sull’Europa, innanzitutto, le visioni del Pd e del M5S divergono.

“Dobbiamo puntare ad avere il miglior sistema sanitario d’Europa e del mondo, il Mes è fondamentale”, è l’affondo del segretario Pd Nicola Zingaretti.

Il M5S, ufficialmente, non replica. Ma tra i pentastellati cresce una convinzione: “I Dem vogliono metterci in difficoltà”, spiegano fonti del Movimento.

Conte prende tempo, concentrandosi sul suo obiettivo principe: un Recovery Fund che abbia una tempistica per la prima tranche di fondi in linea con le richieste dell’Italia. Fino alla prima metà di luglio, quando potrebbe esserci il Consiglio Ue finale sul piano di aiuti, il Mes in Parlamento non approderà.

Ma su un dato, nelle sue conversazioni private, già nei giorni scorsi il premier si era soffermato: che attivando il fondo salva-Stati l’Italia si doti di un’ “etichetta” non certo benevola né sul piano geopolitico né su quello dei mercati.

E il “no” della Grecia non potrebbe che rafforzare questa convinzione. Alla riunione di governo i nodi Aspi e Mittal non sono stati neppure toccati. Anche perché il rischio è quello di scottarsi, spiegano fonti della maggioranza.

Le posizioni del M5S sul dossier Autostrade non si ammorbidiscono, risentendo dei sommovimenti interni ai Cinque Stelle, dove la sospensione per un mese di Ignazio Corrao e il riemergere di Alessandro Di Battista ha riportato in trincea l’ala “movimentista”.

Movimento che, del resto, al momento ha scelto di correre con il Pd solo in Liguria in vista delle prossime Regionali, imboccando una via non certo sgradita a Luigi Di Maio. (Fonti: Ansa, il Corriere della Sera)