Stato-Mafia, Napolitano chiamato a deporre nel processo Borsellino

Pubblicato il 22 Marzo 2013 - 14:48| Aggiornato il 3 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

CALTANISSETTA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiamato a deporre al nuovo processo per  la morte del giudice Paolo Borsellino. La o ha richiesto la Corte di Assise del processo che si è aperto il 22 marzo  a Caltanissetta.

La Corte ha però escluso che la testimonianza possa riguardare le telefonate intercettate tra il Capo dello Stato e l’ex ministro Mancino.  A chiedere l’esame testimoniale di Napolitano è stato il legale di Salvatore Borselino, fratello del giudice ucciso, che si è costituito parte civile al processo.

La corte ha escluso che la testimonianza possa incentrarsi sulle confidenze che Mancino avrebbe fatto al Capo dello Stato nel corso di alcune telefonate intercettate dalla Procura di Palermo durante l’indagine sulla trattativa Stato-mafia. I giudici hanno ritenuto ‘‘manifestamente irrilevante” l’eventuale testimonianza sul punto, sottolineando, inoltre, che un’eventuale ammissione avrebbe potuto pregiudicare la riservatezza delle conversazioni del presidente della Repubblica.

Diversa la valutazione della Corte sugli altri argomenti sollecitati dalla difesa di Borsellino nella sua istanza istruttoria: il Capo dello Stato, dunque, verrà sentito su quanto a sua eventuale conoscenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, sulla sostituzione ala guida del ministero dell’Interno, nel 92, di Vincenzo Scotti con Nicola Mancino e sulle difficolta’ che incontro’ in Parlamento, nel 92, la conversione del decreto legge sul carcere duro.

Tutte circostanze che il Capo dello Stato avrebbe appreso nella veste di presidente della Camera che rivestiva negli anni delle stragi mafiose del ’92 e del ’93.