Stipendi parlamentari, difesa di casta. “La diaria a Roma non basta”

Pubblicato il 12 Dicembre 2011 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Quei 3600 euro al mese di diaria sono troppo pochi per campare a Roma”: Maurizio Paniz (Pdl) almeno ci mette la faccia e sui tagli alla “casta” dice al Messaggero ciò che gli arrabbiati colleghi pensano tutti. Si ribellano al “clima da ghigliottina”, titola il Corriere della Sera. Cioè all’indignazione che domenica traboccava dai siti web infiammati: i politici non vogliono tagliarsi lo stipendio, non vogliono adeguarlo alla media europea, non vogliono rinunciare a un grammo dei loro privilegi mentre il paese tira la cinghia. Pietra dello scandalo era stato un emendamento del Parlamento che di fatto rinviava all’infinito la sforbiciata programmata dal Governo.

I presidenti delle Camere, Fini e Schifani, assicurano che il taglio ci sarà, e sarà proprio il Parlamento a farsene carico.  Così è salva l’autodichìa, termine difficile per indicare l’autocontrollo e regolamentazione del Parlamento, il solo che può decidere su prerogative e appannaggi dei deputati. Secondo Rosy Bindi “sono le Camere che controllano i conti dell’esecutivo, non il contrario”: giusto, ma autodichìa , finora, per l’uomo della strada ha significato solo impunità e lievitazione dei costi della politica. E piangere miseria come non solo Paniz si azzarda a fare, aumenta l’esasperazione. E nemmeno prendersela, come fa sempre Paniz e sempre non da solo, con qualcun altro. “L’informazione che disinforma, i media che fanno demagogia”, questi sono i responsabili del crollo di fiducia nella classe politica. La Bindi distingue: “C’è delegittimazione non della politica ma del Parlamento e la sforbiciata del Governo è stato uno scivolone”.

Crosetto del Pdl, che pure vuole che l’Istat tiri fuori i dati subito oppure si proceda con rapidità ai tagli, accusa la stampa di aver montato una polemica sul nulla con l’obiettivo di “far uccidere fisicamente e moralmente altri cittadini come loro che nulla hanno fatto di male se no essere eletti”. Per il giovane ex ministro Giorgia Meloni sarebbe il caso che il governo guardasse altrove: la politica sì e le banche no? Benaltrismo allo stato puro. Stiffoni della Lega ne fa un problema estetico: “Se vogliono una classe politica di sciattoni facciano pure, ma in Parlamento serve decoro”. Comunque, se alla fine decideranno, i parlamentari, quel benedetto taglio, occorrerà guardare le scadenze. Indennità più bassa dal primo gennaio 2012 sarebbe l’optimum, il primo febbraio insomma ma ci si può stare, oltre vorrebbe dire che autodichìa significa calende greche. E questo lo capirebbero tutti.