Stipendi Parlamentari, Vaccaro si difende. Bechis rifà i conti: “Non tornano”

Pubblicato il 28 Maggio 2013 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi parlamentari. Diatriba Bechis-Vaccaro

Guglielmo Vaccaro

 

ROMA – Prosegue la polemica sul taglio degli stipendi ai parlamentari dopo la proposta avanzata dal deputato Pd, Guglielmo Vaccaro. In seguito ad un articolo a firma di Franco Bechis pubblicato sul quotidiano Libero, Vaccaro ha rispedito al mittente l’accusa di voler aumentare del 24% lo stipendio dei parlamentari. Con la sua proposta di legge, ha spiegato prima in un’intervista al Mattino, poi in una lettera al direttore, lo stipendio netto del parlamentare italiano “che oggi è di circa 5.000 euro scenderebbe a circa 3.900 euro. Altro che aumento, è l’esatto contrario”.

Io parlo di indennità e quindi il riferimento è al lordo non al netto. L’indennità del parlamentare europeo è di 7.956,87 euro mentre quella del collega italiano è di 10.435 euro. Naturale che se si equipara, l’indennità italiana passa da 10.435 a 7.965,87 anche in Italia. Diminuisce e non aumenta, quindi”. Anche perché ”sul lordo europeo gravano imposte ridotte per statuto comunitario, su quella italiana l’imposizione resterebbe, naturalmente, quella del nostro Stato sovrano”. […] Ma queste son cose che possono capire al volo solo i dottori commercialisti. Categoria alla quale, mio malgrado, io appartengo e Bechis no.

Ma il vicedirettore Bechis rifà i conti e impugna nuovamente la penna per controbattere al deputato Pd:

Cominciamo dalla fine. Sono felice che Guglielmo Vaccaro si senta un bravo commercialista. Non suo malgrado, però. Malgrado questo non risulti all’ordine dei commercialisti, dove di Vaccaro ce ne sono ben 23. Ci sono Angele, Ettori, Franceschi, Gaetani, Giovanni, Ketty, Riccardi, Rosalinde e perfino Valentine, ma nessuno purtroppo che si chiami Guglielmo. Sgombrato il campo da questa impar condicio (è vero, non sono commercialista), andiamo semplicemente ai numeri. Prendo il bilancio del parlamento europeo, quello della Camera dei deputati, la proposta di legge Vaccaro e li confronto.

Spesa per i parlamentari europei (indennità + rimborsi): 194.302.841 euro nel 2012. Spesa per assistenti parlamentari Ue: 279.415.175 euro. In tutto fanno 473.718.016 euro. Vaccaro propone: trattiamo i deputati italiani come i parlamentari europei, però diamo loro solo il 50% del rimborso spese generali e il 50% della spesa per assistenti parlamentari. La prima voce ammonta a 39.275.428 euro per i parlamentari europei, Vaccaro la dimezza e la porta quindi a 19.637.714 euro. La seconda voce ammonta appunto a 279,4 milioni di euro e dimezzata fa 139.707.587 euro. Rifacciamo il costo dei parlamentari europei secondo la proposta Vaccaro: passa da 473,7 milioni citati sopra a 314.372.714 euro.

I parlamentari europei sono però 754, i deputati italiani sono 630. Parifichiamo: quei 314,3 milioni di euro diventano 262.672.161 euro, che è la cifra esatta all’euro che Vaccaro propone di spendere per i 630 deputati italiani per renderli quasi simili (con quelle due voci dimezzate) ai parlamentari europei. A questo punto andiamo a prendere il bilancio della Camera 2012. Quanto si è speso in indennità, rimborsi spese e assistenti parlamentari per i deputati italiani? Ecco la cifra esatta: 161.170.000 euro. La proposta dell’aspirante commercialista Vaccaro dunque costa 101,5 milioni di euro più di oggi. Ci vuole davvero tanta fantasia per definirla una legge che taglia i costi della politica. Visto che il totale non lascia ombra di dubbio, andiamo nel dettaglio.

Indennità base: quella dei parlamentari italiani ha questa finzione fra lordo e netto, perché lo Stato fa finta di mettere un lordo e poi si trattiene le tasse che deputati e senatori non pagano in realtà. È una semplice partita di giro, non un costo della politica. L’indennità dei parlamentari europei è l’esatto contrario: la paga lo Stato italiano e ci aggiunge un contributo alla Ue. Il netto è di 6.200 euro mensili, il contributo alla Ue è di circa 1.757 euro mensili. Lo statuto dei deputati Ue (art. 12, comma 3) dice che gli stati membri hanno facoltà di tassare quei 6.200 mensili dei loro deputati, con il solo divieto di doppia imposizione. Quasi tutti gli stati membri lo fanno, l’Italia no. Quindi ha deciso che l’indennità parlamentare degli eurodeputati italiani non possa essere inferiore ai 6.200 euro netti al mese. Per questo ho usato il netto e non il lordo (che non c’è) per applicare la proposta Vaccaro al Parlamento italiano.

Secondo punto: la diaria. Oggi per ciascun deputato italiano ammonta a 42.037,32 euro l’anno. Vaccaro propone 304 euro al giorno, a patto che uno sia presente in commissione o in aula. Bene. Lui ora dice: si lavora 4 giorni alla settimana, e poi c’è un mese di ferie, in cui non viene pagata. Facciamo i calcoli: 304 euro per4 giorni fanno 1.216 euro a settimana. In un anno ci sono 52 settimane. Quattro sono di ferie, ne restano 48. Si moltiplica per 1.216 euro ed ecco per la diaria 58.368 euro all’anno, e cioè 16.330,68 euro più di oggi. Nell’articolo avevo calcolato 5 giorni lavorativi alla settimana. Non perché pensassi che perfino deputati e senatori possano lavorare come tutti gli altri italiani. Ma perché sono stati fin dal primo giorno della nuova legislatura Laura Boldrini e Piero Grasso ad assicurare che i parlamentari d’ora in avanti avrebbero lavorato dal lunedì al venerdì compreso o in aula o in commissione. Con 5 giorni di lavoro la diaria proposta da Vaccaro diventa di 1.520 euro a settimana, e in 48 settimane di 72.960 euro all’anno: 30.922,68 euro più di ora. Se la capacità di tagliare i costi di uno degli uomini più vicini a Enrico Letta è questa, c’è da preoccuparsi seriamente per i conti pubblici italiani…