Storace: “Laziogate? Sospetto il silenzio su Lait”

Pubblicato il 20 Giugno 2012 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Se non fosse capitato realmente, sembrerebbe di leggere la trama di un film di spionaggio in cui quello indicato all'inizio come colpevole, poi si scopre essere innocente. In mezzo pero' ci sono diversi colpi di scena e soprattutto colpi bassi. Sto parlando del cosiddetto caso Laziogate, che mi ha visto ingiustamente coinvolto per 7 anni, dal 2005 quando venni accusato per la prima volta di aver sabotato un rivale alla corsa alla presidenza regionale.

Accusa che mi costo' il posto da ministro della Salute, dal quale mi dimisi apprendendo del mio coinvolgimento dai quotidiani prima ancora che da una notifica ufficiale della magistratura, con i disagi e le sofferenze che tutto questo può comportare. Ho convissuto a lungo con un'accusa che non meritavo, con il rischio di qualche anno di galera che non meritavo. E oggi, solo oggi, inizio a riprendermi quello che invece mi spettava: un po' di giustizia. Attendo con serenita' il verdetto finale, certo di 'un fatto che non sussiste' come ha testualmente riferito il procuratore generale alcuni giorni fa''. Lo afferma nel suo blog il segretario nazionale della Destra, Francesco Storace.

''Ma l'attesa e' resa amara da quanto si sta verificando in Regione Lazio – continua -. All'indomani di questa richiesta dell'accusa in sede di Appello, con l'on. Roberto Buonasorte abbiamo presentato prima un'interrogazione per sapere se negli anni dell'amministrazione Marrazzo, il teste d'accusa nei miei confronti collaborava con la societa' della Regione che si occupa di informatica. E sempre sulla Lait, questo il nome della societa', abbiamo proposto l'istituzione di una commissione d'inchiesta senza alcun costo aggiuntivo per l'ente regionale.

Spese zero per conoscere la verita', quella che mi spetta e che spetta a tutti coloro che con me furono ingiustamente accusati, così come tutti quei cittadini che furono ingannati con notizie false. In qualsiasi altro paese del mondo non ci si penserebbe su due volte. Qui, e precisamente nel Lazio, e' calato il silenzio sulla proposta. Ora, sarebbe comprensibile se venisse da sinistra. Il fatto e' che questa muta coltre e' bipartisan.

Non uno che abbia sentito un moto interiore anche solo per contrastare la nostra proposta. Niente di niente. Eppure la Lait e' parte civile nel processo d'appello, e sarebbe molto grave se si venisse a sapere che una società regionale e' stata usata per foraggiare un pentito che serviva ad incolpare un avversario politico. Il sospetto che non si voglia accertare la verita' per non smuovere troppo le acque si fa sempre piu' largo. E fa rammaricare''.