Sul flop di Castelli a Lecco è lite tra i colonnelli leghisti

Pubblicato il 3 Marzo 2010 - 12:00| Aggiornato il 13 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

da: Il Giornale

Il regolamento di conti non è finito nell’urna. Ora i panni della Lega si sciacquano anche in pubblico, dalle colonne del Giornale. Roberto Calderoli contro Roberto Castelli, che già aveva il problema di metabolizzare una sconfitta, disastrosa nelle proporzioni, nella corsa a sindaco di Lecco, la sua città natale. Castelli si era trovato come avversario il presidente uscente della Provincia Virginio Brivio e aveva messo in conto un duello all’ultimo voto, con tanto di ballottaggio sul filo del rasoio. Invece, Castelli è uscito malamente al primo turno, come certi sciatori blasonati che scendono in pista alle Olimpiadi fra grandi attese ed escono alla terza porta. Una figuraccia.
Nemmeno il tempo di assorbire il colpo e ieri il viceministro alle Infrastrutture apre il Giornale e scopre l’intervista di Calderoli, il ministro per la Semplificazione che ha appena bruciato in un festoso falò centinaia di leggi. Calderoli passa sotto la lente d’ingrandimento le sconfitte di due candidati eccellenti, Brunetta a Venezia e Castelli a Lecco, e li infilza con poche parole: «L’amarezza rimane, è naturale. A nessuno piace perdere nella propria città. Ma sia su di lui (Brunetta, ndr) che su Roberto Castelli a Lecco ha influito…

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