Tagli Camera: indennità dimezzate, blocco aumenti e meno ferie. Le proposte

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2013 - 00:57 OLTRE 6 MESI FA
Tagli Camera: indennità dimezzate, blocco aumenti e meno ferie: le proposte

Tagli Camera: indennità dimezzate, blocco aumenti e meno ferie: le proposte

ROMA – Il momento di tagliare le spese alla Camera dei deputati si avvicina, tra le lodi ai criteri da parte della presidente Laura Boldrini e le critiche del Movimento 5 stelle, che parla di tagli “spot”, ovvero “pubblicitari” per Montecitorio. Tra le proposte (anticipate dall’agenzia Public Policy) avanzate dal Comitato per gli Affari del personale della Camera, presieduto dalla vicepresidente Marina Sereni, tra le proposte dei criteri di razionalizzazione dei costi vi sono la riduzione del 50% delle indennità, il blocco dell’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita e le nuove curve retributive per i futuri funzionari di Montecitorio, oltre ad una riduzione dei giorni di ferie.

In primis, spiega Public Policy, tra le proposte vi è quella di ridurre del 50% la spesa della Camera in materia di indennità di funzioni dei titolari di incarichi interni. Stop anche alle altre forme di indennità, per un totale di 2 milioni di euro risparmiati. Tra i criteri di taglio alla spesa anche il blocco dell’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita fino al 1° gennaio 2016: questa misura permetterà di risparmiare, a partire dal 2016, circa 16,5 milioni di euro ogni anno.

Tra le proposte che saranno votate la mattina del 17 luglio, anche il blocco della progressione economica nella parte terminale della carriera e l’attivazione di nuove curve retributive per i futuri dipendenti che saranno assunti a Montecitorio. Le nuove curve retributive sono state approvate anche per i dipendenti entrati durante la scorsa legislatura, per un risparmio del 20% per ogni dipendente su tutta la sua carriera alla Camera.

Meno ferie e più modalità di recupero delle ore in eccedenza lavorate, questo prevede inoltre il piano di tagli presentato. Inoltre sarà istituito un sistema di valutazione che permetterà di tener d’occhio lo sviluppo della carriera del dipendente e gli incarichi assunti sia durante che dopo quelli alla Camera.

Ultimo criterio tocca il (dolente) tasto pensioni: tra le proposte il divieto di cumulo tra le pensioni erogate alla Camera e quelle derivanti da redditi di lavoro.

La Boldrini, presidente della Camera, ha accolto con soddisfazione i criteri di taglio proposti dalla Camera: “La riforma dell’amministrazione della Camera va avanti con credibilità” sia sui tagli dei costi sia sulla maggiore trasparenza. Ma l’opinione dei parlamentari del Movimento 5 stelle è molto differente: ” Un ‘Muro di Gomma’ contro la richiesta di trasparenza sugli stipendi dei dipendenti della Camera e una serie di ‘privilegi ‘ che si ”continuano a sfornare esibendo tagli che hanno la sola funzione di blandire l’opinione pubblica, ma che sono ben lontani dall’aggredire sprechi e privilegi”

Parlando dei tagli, la Boldrini non cambia opinione nonostante M5s: “Sul tema della ‘casta ‘ è facile e popolare suonare la grancassa della propaganda. Più difficile, ma più serio, è produrre cambiamenti veri. Come sta avvenendo alla Camera. L’impegno a fare di Montecitorio la ‘casa della buona politica’ non subirà battute d’arresto. Gli indirizzi messi a punto oggi dal Comitato per gli Affari del Personale di Montecitorio sotto la guida della vicepresidente Sereni, e che domani saranno all’esame dell’Ufficio di Presidenza, sono la conferma della determinazione con la quale alla Camera intendiamo mantenere gli impegni presi coi cittadini all’avvio della legislatura”.

La presidente della Camera ha poi ricordato: “Dopo i risparmi di quasi 9 milioni di euro conseguiti nelle prime settimane (attraverso la riduzione dei miei compensi, del mio personale di segreteria, delle indennità e delle spese di segreteria per i deputati titolari di cariche, dei contributi ai gruppi parlamentari), ora si procederà, attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali, a significative misure di contenimento delle spese per il personale”.

Questo, continua la Presidente, ”avviene inoltre nel segno di una doverosa trasparenza, perché l’opinione pubblica potrà conoscere i livelli retributivi dei dipendenti della Camera e i curricula di coloro che ricoprono ruoli di vertice e di responsabilità. Senza contare che, col Senato, si stanno definendo ulteriori misure che riguarderanno il trattamento dei parlamentari, e si sta operando per integrare e uniformare l’attività dei servizi in funzione del migliore utilizzo delle risorse a disposizione del Parlamento”.

Ma il M5S non ci sta e chiama la stampa per presentare un dossier sui costi e sugli sprechi della Camera dei Deputati:  “Abbiamo presentato tante proposte ma tutte finiscono nel dimenticatoio del Collegio dei questori che sembra il Triangolo delle Bermuda ” afferma il vicepresidente M5S della Camera, Luigi Di Maio. Le proposte M5S, che puntano ad ”aggredire inutili diritti acquisiti” e ad agire su voci come quelle sui vitalizi, sugli acquisti, sugli affitti di immobili, sulle spese per beni e consulenze, saranno riunite in una nuova grande proposta che i Cinque Stelle hanno intenzione di ripresentare all’Ufficio di Presidenza della Camera e all’attenzione della Boldrini.

A lamentare il vero e proprio ”muro di gomma ” che l’Ufficio di Presidenza della Camera ha opposto alla richiesta di trasparenza del M5S è Riccardo Fraccaro, segretario dell’organismo e membro del Cap, il Comitato per gli Affari del Personale, quello che deve sottoporre all’Ufficio di Presidenza le proposte di modifica del trattamento dei dipendenti della Camera. ”Come membro del Cap non sono stato messo in condizione di conoscere le retribuzioni dei dipendenti e i loro curriculum vitae ” precisa Fraccaro che attacca: ”questo Parlamento continua ad avere trattamenti e una gestione della trasparenza inferiore a quella di tutto il resto della pubblica amministrazione”.