Manovra: per non toccare gli enti locali ci manderanno in pensione più tardi

Pubblicato il 21 Agosto 2011 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non illudetevi: per tenere in piedi i posti degli enti locali (le poltrone di sindaci, consiglieri, amministratori locali), ci manderanno tutti in pensione più tardi. In queste ore il governo sta mandando in onda il teatrino del tira e molla tra Pdl e Lega: l’uno che tenta di riformare le pensioni, l’altro che contemporaneamente chiede meno sacrifici per gli enti locali (vale a dire regioni, province, comuni) e nessun taglio sulle pensioni. E’ un susseguirsi di dichiarazioni, con la Lega che, nonostante il ritorno della canotta di Bossi (come ai tempi del ribaltone), ogni giorno ribadisce che sulle pensioni non cederà, ma che alla fine dovrà pure arrivare a un compromesso.

E il compromesso che il resto della maggioranza gli va a proporre è proprio questo: ok, noi vi alleggeriamo la mano pesante sugli enti locali, ma voi la smettete di rompere “le ball” sulle pensioni. Insomma: i posti nei comuni, nelle province e nelle regioni rimangono lì dove sono (anche perché nella manovra non si dice dove dovrebbero andare a finire tutte le cariche pubbliche che si annullerebbero con la riduzione di comuni e province) ma si da il via ai tagli sulle pensioni di anzianità e all’innalzamento dell’età pensionabile per le donne. Quindi, cari italiani, il risultato delle beghe tra Pdl e Lega sarà che noi andremo tutti in pensione più tardi.

La linea di Berlusconi, infatti, punta ad un provvedimento che porti a 100 la quota (somma dell’età più gli anni di contributi) per andare in pensione di anzianità, una misura che porterebbe praticamente alla scomparsa del ritiro anticipato dal lavoro. Sempre nei progetti del premier qualcosa deve essere messo in cantiere per anticipare la data (ora il 2028) in cui le donne che lavorano nel settore privato andranno in pensione a 65 anni come gli uomini.

D’altronde sono diversi nella maggioranza ad aver chiarito, nemmeno troppo tra le righe, cosa ci attende. Uno, ad esempio, è Fabrizio Cicchitto che dice, rivolgendosi direttamente alla Lega: “L’eventuale diminuzione dei tagli sugli enti locali deve essere per forza accompagnata e bilanciata da un intervento strutturale sulle pensioni”.

A ribadirlo è il neo segretario del Pdl Angelino Alfano in un’intervista alla Stampa: “Siccome non si puo’ fare una crisi di governo, faremo un ultimo tentativo per dire alla Lega che e’ ragionevole che vivendo piu’ a lungo si vada in pensione piu’ tardi e cio’ senza mai toccare i diritti acquisiti di chi la pensione ce l’ha già. Con la speranza che gli amici della Lega colgano che la riduzione dei tagli agli enti locali può essere bilanciata da un intervento sulla riforma delle pensioni”.

Quanto alle richieste dei ‘frondisti’ del Pdl, i punti su cui si e’ al lavoro riguardano ”i tagli agli enti locali, il contributo di solidarietà connesso al quoziente familiare”, dice Alfano, anche perché ”tutelando la famiglia possiamo rendere ancora più equa la manovra” e ”l’Iva”.