Tasse e app, il risparmiometro di Renzi: verità a metà

Tasse e app, il risparmiometro di Renzi: verità a metà
(Screenshot dal Risparmiometro)

ROMA – Non poteva mancare una app nella legge di Stabilità del governo Renzi. Si chiama “Risparmiometro” e nelle intenzioni del presidente del Consiglio dovrebbe raccontare quanto le nuove misure varate dall’esecutivo ci faranno risparmiare. Peccato che questa app racconti solo una parte della verità, come sottolinea Francesco Zafferano sul quotidiano La Stampa.

Rispondendo a dodici domande sulle spese sostenute nel 2015 o sulla composizione del nucleo familiare, con questa app si può calcolare quanto non dovremo sborsare nell’anno nuovo. Inizialmente tutto sembra “bellissimo”, sottolinea Zafferano, che spiega come le domande ricalchino le misure del governo, come Imu e Tasi, i sostegni ai professori o ai figli diciottenni, o il canone Rai. Ma, sottolinea la Stampa,

 

 

“Il renzometro non calcola il continuo aumento delle tasse da parte degli enti locali (ad agosto la Corte dei Conti parlava di un incremento del 22% in tre anni), anche se nel 2016 non potranno subire altri aumenti per via del blocco inserito nella manovra. Si soprassiede sul fatto che i bonus per neo-maggiorenni, professori e appartenenti alle forze dell’ordine, non sono misure strutturali ma una tantum.  

Ancora di più si evita di sottolineare che è da anni che i contratti e gli stipendi nel mondo della scuola sono bloccati e che il «bonus culturale», comunque la si pensi a riguardo, non può bastare a ristabilire una situazione ingiusta che tocca migliaia di dipendenti pubblici. E si chiude un occhio sul fatto che la legge di stabilità appena approvata deve ancora ricevere l’ok della Commissione europea, che sull’abolizione della tassa sulla prima casa è tutt’altro che d’accordo. E, un domani, ce ne potrebbe chiedere conto. Insomma, si tace tutto ciò che potrebbe deporre contro la narrazione”.

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