Il Pd propone: super Ici sulle case sopra gli 800mila euro

Pubblicato il 24 Agosto 2011 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Regola numero uno: tassare i ricchi. E allora ecco che il Pd propone di inserire nella manovra una super Ici: una tassa sugli immobili di valore superiore agli 800mila euro e che proceda in modo progressivo. Lo scrive ‘La Stampa’. Insomma Bersani propone che chi ha di più paghi di più.. E’ questo uno dei dieci punti in cui si articola la proposta del Pd: un “piano anticrisi” alternativo alla manovra, in cui vengono sostenute alcune proposte emerse in questi giorni anche nel Pdl (vedi la tassa sui beni scudati) e vengono introdotte delle novità (vedi la reintroduzione del falso in bilancio).

I dieci punti si trasformeranno entro venerdì in emendamenti alla manovra. Proposte che, spiega Bersani, mantengono invariati i saldi, presupposto indispensabile secondo il governo, e rispettano i diktat dell’Europa. E quindi come taglia la sinistra? Ecco in sintesi che cosa prevedono i dieci punti del Pd:

1. Taglio ai costi della politica. Dimezzamento del numero dei parlamentari; interventi sistematici e coordinati su Regioni, Province, Comuni per lo snellimento degli organi di rappresentanza e di governo, per l’obbligo della gestione associata di tutte le funzioni nei comuni con meno di 5000 abitanti (e profonda revisione dell’articolo 16 del Decreto che limita la rappresentanza democratica e non produce reali risparmi di spesa), il dimezzamento delle Province o, in alternativa, la loro trasformazione in enti di secondo livello; accorpamento degli uffici periferici dello Stato, radicale riduzione delle società partecipate da Regioni, Province e Comuni ed eliminazione degli organi societari per le società “in house” (oltre 50 mila incarichi), soppressione di enti, agenzie ed organismi, intermedi e strumentali, (consorzi di bonifica, bacini imbriferi montani, enti parco regionali) con attribuzione delle funzioni a Regioni province e comuni, centrale unica per gli acquisti di beni e servizi per ogni articolazione delle pubbliche amministrazioni; riavvio della spending review, per realizzare, per ciascuna amministrazione, veri e propri piani industriali, introdurre best practices e costi standard; revisione delle norme sugli appalti, in particolare per una drastica riduzione del numero delle stazioni appaltanti.

2. Vendita degli immobili dello Stato e delle frequenze tv. Un piano quinquennale di dismissione e valorizzazione di immobili demaniali (proposto anche dalla maggioranza) in partenariato con gli enti locali per almeno 25 miliardi di euro e l’introduzione di un’asta competitiva per le frequenze televisive.

3. Liberalizzazioni. Liberalizzazione degli ordini professionali, della distribuzione dei farmaci, della filiera petrolifera, del RC auto, dei servizi bancari, delle reti energetiche, dei servizi pubblici locali. Un piano di liberalizzazione è nei piani anche della maggioranza, anche se non è previsto di toccare gli ordini professionali.

4. Politiche industriali per lo sviluppo sostenibile, il lavoro, il Mezzogiorno. La stabilizzazione dell’agevolazione fiscale del 55% per l’efficienza energetica (in scadenza al 32/12/2011); progetti per l’innovazione tecnologica italiana e la ricerca, con attenzione prioritaria alle straordinarie risorse potenziali, a partire dalle donne, del Mezzogiorno; il finanziamento pluriennale del contratto di apprendistato recentemente riformato; revisione dell’intervento sull’Istituto per il Commercio Estero; revisione per la semplificazione e l’adattamento alle diverse dimensioni aziendali del Sistri.

 5. Lotta all’evasione fiscale. Un pacchetto di misure efficaci contro l’evasione fiscale, per raccogliere risorse da utilizzare in via prioritaria: per la riduzione dei contributi sociali sui contratti a tempo indeterminato al fine di eliminare i vantaggi di costo dei contratti precari; alla riduzione dell’Irpef, in via prioritaria sulle mamme lavoratrici; alla graduale eliminazione del costo del lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile dell’Irap. Tra le altre misure il Pd propone: la tracciabilità, a fini anti-riciclaggio, dei pagamenti superiori a 1.000 euro e, a fini anti-evasione, dei pagamenti superiori a 300 euro; la comunicazione da parte delle imprese dell’elenco clienti-fornitori; la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa di abitazione.

6. Super-Ici sui grandi valori immobiliari. L’introduzione di una imposta erariale ordinaria sui grandi valori immobiliari, basata su criteri fortemente progressivi. ‘La Stampa’ parla di una tassa a partire dagli immobili di valore superiore agli 800mila euro.

7.  Tassare i capitali scudati. Un’imposta patrimoniale una tantum del 15% sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e condonati attraverso lo scudo fiscale del 2003 e del 2009 e, a titolo di saldo del debito fiscale, del 30% sui patrimoni «non scudati» detenuti nei paradisi fiscali, in modo da avvicinare l’intervento italiano alle medie delle analoghe misure prese nei principali paesi industrializzati e di reperire risorse da dedicare agli interventi per lo sviluppo sostenibile. Parte delle risorse così raccolte vanno utilizzate per finanziare il pagamento di una parte dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle piccole e medie imprese e per alleggerire il patto di stabilità interno, così da consentire immediati investimenti ai Comuni. Inoltre, si propone la rinegoziazione dei trattati bilaterali con i “paradisi fiscali” transitati dalla black alla white list dell’Ocse (in particolare Svizzera).

8. Autonomia delle parti sociali. Il Pd chiede la soppressione dell’articolo 8 della manovra (quello sulla contrattazione lavorativa, ndr) o, in alternativa, la sua modifica in modo da recepire i punti fondamentali dell’accordo raggiunto dalle parti sociali il 28 giugno scorso.

9. Contro il falso in bilancio, l’autoriciclaggio e il caporalato. La revisione delle norme sulle“false comunicazioni sociali” affinché il “falso in bilancio” torni ad essere reato punito severamente e vengano eliminate le clausole di non punibilità; revisione della normativa sull’autoriciclaggio ed irrobustimento delle norme contro il “caporalato”.

10. Giustizia. Interventi per l’efficienza della Giustizia, a cominciare dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie (razionalizzazione, gestione migliore del personale, più efficienza), dall’istituzione dell’ufficio per il processo (unità operativa in grado di svolgere tutti i compiti) e dalla semplificazione ed unificazione dei riti nella giustizia civile.