Tedesco salvato dall’arresto. E scatta la rissa in Senato

Pubblicato il 20 Luglio 2011 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

Alberto Tedesco (Foto Lapresse)

ROMA – Mentre la Camera affossava il deputato Pdl Alfonso Papa, negli stessi minuti il Senato salvava il Pd Alberto Tedesco. Niente autorizzazione ali arresti domiciliari per il senatore, come invece richiesto dalla Procura di Bari, con 151 no, 127 sì e 11 voti astenuti. Il voto è avvenuto a scrutinio segreto.

E se alla Camera era nota la decisione della Lega di votare sì all’arresto, meno scontato appare il voto al Senato. Tanto che all’uscita dall’aula c’è stata una vera rissa. Spintoni, urla, insulti e parapiglia in Transatlantico. Uscendo dall’Aula ci sono stati spintoni tra Domenico Gramazio (Pdl) e il senatore del Pd Paolo Giaretta, sui voti in più che ha registrato il ‘no’ all’arresto. ”Vergogna, 24 dei vostri hanno votato contro l’arresto” ha urlato Gramazio, che è venuto poi a parapiglia con Giaretta, proprio al centro del Transatlantico.

In un primo momento Gramazio si era rivolto alla senatrice Albertina Soliani ed erano volati apprezzamenti pesanti e poi il senatore ha gridato: ”Ventiquattro dei vostri hanno votato contro!” richiamando così l’attenzione di tutti i senatori, che sono accorsi.

In Aula molti senatori del centrodestra hanno chiesto a Tedesco di dimettersi, ma lui sua risposta è stata: ”Non faccio il dimissionario per professione”. Mentre faceva le sue dichiarazioni alla stampa Tedesco è stato avvicinato dal senatore della Lega Nord Cesarino Monti che lo ha apostrofato ad alta voce: ”Se sei un uomo devi dimetterti, altrimenti non sei un uomo”.

C’è stato un breve battibecco tra i due, ma l’ex senatore del Pd non ha perso la calma ed ha ribadito che non è affatto un suo dovere dimettersi. ”Sono stato mandato qui – ha detto subito dopo Tedesco – dai cittadini. Appena ho saputo dell’inchiesta nei miei confronti ho lasciato l’incarico di assessore della sanità della Puglia, unico incarico che potevo lasciare”. Il senatore ha infine assicurato che il fatto di rimanere in Parlamento non pregiudicherà minimamente ”il suo impegno a mettersi a disposizione della magistratura”.