Terni come Kabul? L’ordinanza del sindaco leghista: “Vietate scollature e minigonne”. Sono simboli di prostituzione

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 29 Ottobre 2021 - 19:38| Aggiornato il 30 Ottobre 2021 OLTRE 6 MESI FA
terni foto ansa

Il centro di Terni in una foto Ansa d’archivio

Terni come Kabul? In un’ordinanza anti-prostituzione firmata dal sindaco della Lega Nord Leonardo Latini si legge: “Fatto divieto a chiunque” di mantenere un “abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”. 

Nell’ordinanza del sindaco di Terni viene stabilito anche l’entità delle multe che saranno comminate alle cittadine che si rifiuteranno di cambiare abbigliamento. Sanzioni da 200 a 500 euro. Più del doppio rispetto a chi guida senza casco, fa notare Alessio Di Sauro de La Stampa. 

Cosa prevede l’ordinanza anti-prostituzione decisa dal sindaco leghista a Terni

Ad essere sanzionate saranno tutte quelle che si macchieranno di “saluti allusivi”.  A decidere se si tratterà di allusioni o di semplici saluti dovranno essere le forze dell’ordine. “Sarà inoltre vietato chiedere informazioni ai soggetti che pongono in essere gli atteggiamenti sopraindicati”, si legge nell’ordinanza.

Le regole varranno dal 1 ottobre al 31 gennaio 2022. Secondo Latini sono state decise per contrastare “l’aumento della prostituzione in strada e la conseguente insicurezza per i cittadini”. L’ordinanza vorrebbe anche tutelare il riposo notturno da “urla, schiamazzi, con epiteti verbali nei confronti di tali soggetti da parte di potenziali clienti. Rumori di veicoli con brusche frenate e ripartenze, portiere d’auto o ancora contrattazioni ad alta voce delle prestazioni e reiterati alterchi che spesso degenerano in vere e proprie risse”. 

“Non siamo in Afghanistan ma in Umbria”

A criticare il provvedimento, insieme ad associazioni cittadine e opposizioni in consiglio, è la senatrice umbra M5s, Emma Pavanelli che scrive: “No, non siamo in Afghanistan sotto il regime talebano ma in Umbria”. La parlamentare in una nota, sottolinea che “il sindaco di Terni emana un’ordinanza che impone alle donne il divieto di abbigliamento ‘provocante, pena l’equiparazione a prostitute'”.

Per la Pavanelli le soluzioni della Lega sono “grottesche e offensive per la tutela del territorio ternano”. “Invece di trovare soluzioni ai problemi della città e risollevare l’economia – ha continuato – il sindaco vuole eliminare la prostituzione vietando minigonne e scollature e limitando la libertà delle donne. Una decisione ridicola e grave che ci fa capire a che livello è arrivato il partito di Salvini, un livello medioevale, omocentrico e privo di idee”.

“Roba da Medioevo” 

Per il giudice di Cassazione Angelo Socci l’ordinanza del sindaco di Terni è “roba da Medioevo”.  Federico Burgo, vicepresidente dell’associazione Terni Valley speiga che “come sempre a rimetterci sono le donne, e un ideale di abbigliamento che non solo non è chiaro. (Sono quindi vietate le gonne? E di quale lunghezza? Sono vietate le scollature, e di quale profondità?)”.

La risposta della Lega: “C’è qualcuno che si oppone al contrasto della prostituzione”

A rispondere alle critiche sono stati i consiglieri comunali della Lega, che in una nota hanno spiegato di provare “incredulità” e “grande dispiacere” nel constatare che “c’è qualcuno che si oppone all’azione di contrasto della prostituzione” e sottolineato che in passato anche sindaci di centrosinistra “hanno adottato ordinanze simili, sia negli intenti che nei contenuti”. “Ci sono battaglie che non dovrebbero avere colore politico” hanno sottolineato i consiglieri, secondo i quali “l’obiettivo universale” dovrebbe essere “garantire sicurezza e decoro”.