Terremoto Emilia, il Dap: “Sì ai detenuti per la ricostruzione: non ci sono rischi di fuga”

Pubblicato il 5 Giugno 2012 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''E' una buona proposta quella del ministro Severino, anche se prima bisogna sedersi e discutere per trovare forma e modi. Ma si potrebbe fare''. Il vice capo del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, apre, in una intervista alla Stampa, all'idea di Paola Severino di impiegare i detenuti a bassa pericolosità per la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto in Emilia.

Pagani sottolinea che ''non c'è pericolo di fuga'' visto che già adesso tra i detenuti che lavorano fuori dal carcere la percentuale ''che non fa rientro in cella è inferiore all'uno per cento''.

Anzi, ''i primi ad essere orgogliosi sarebbero proprio loro'' che così ''cominciano a restituire qualcosa alla società'', aggiunge, ricordando che il lavoro ''per un detenuto non è uno dei tanti elementi di recupero: è l'elemento fondamentale''.

Un'esperienza, quella di partecipare alla ricostruzione che avrebbe un ''valore simbolico altissimo'', perché ''ricostruzione concreta della società e delle sue strutture è ricostruzione di se stessi''.

''Bisognerebbe sedersi intorno a un tavolo, magari quello del Consiglio dei Ministri – prosegue – e studiare la formula migliore''. Ma non ci sarebbero nemmeno aggravi per il lavoro degli agenti, assicura Pagano, perché ''basterebbero controlli random''.

La selezione dei detenuti da impiegare, spiega ancora il numero due del Dap, riguarderebbe ''gli individui meno pericolosi e più pronti al reinserimento. Inoltre quelli con pene inferiori a due anni o a cui manca poco per uscire: insomma che non avrebbero alcun interesse a scappare o sottrarsi all'impegno''.