Testamento biologico, a Milano i valdesi ne raccolgono oltre 500

Pubblicato il 10 Maggio 2011 - 00:23 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Ennesimo rinvio e ancora niente legge. Il Parlamento ha rimandato la discussione alla Camera sul cosiddetto “ddl Calabrò”, la legge che dovrebbe finalmente dotare l’Italia di una normativa sul testamento biologico. In attesa delle prossime mosse di Montecitorio, c’è chi ha fatto da sé: la Chiesa Valdese di Milano ha messo a disposizione un registro pubblico per depositare le dichiarazioni anticipate di trattamento. Risultato: oltre cinquecento testamenti in pochi mesi. Ancora una volta, i cittadini si muovono più velocemente dei loro rappresentanti.

Chi fa da sé fa per tre. Mentre il Parlamento latita, l’Italia laica si muove. Alcune associazioni, la Fondazione Umberto Veronesi ad esempio, hanno messo a disposizione un registro per depositare il testamento biologico. Lo hanno fatto anche diversi enti comunali, a Roma il registro è attivo dal 2009. A Milano, invece, nulla in vista, né in Comune né in Provincia. I cittadini milanesi che vogliono dichiarare con anticipo le proprie volontà di fine vita possono però bussare alla porta del tempio valdese come ha spiegato Giuseppe Platone, il pastore della Chiesa valdese di Milano, la prima in Italia a fare il grande passo: «Abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto in mancanza di un servizio analogo fornito dalle amministrazioni pubbliche locali e quindi», ha continuato, «offriamo a chiunque lo voglia una consulenza per predisporre e depositare presso un nostro registro locale un ‘testamento biologico’ che, pur in assenza di una legge, indichi le cure alle quali eventualmente intenda o non intenda sottoporsi nel caso di relativa o totale non coscienza». E in città l’iniziativa non è passata inosservata: 530 dichiarazioni in meno di un anno. Sorpresa, quasi tutti i firmatari sono laici: solo il 15% infatti è valdese.

Come funziona? I testamenti vengono raccolti due volte al mese alla presenza di un avvocato e di due testimoni – tutti volontari – presso i locali della libreria Claudiana o del tempio valdese. I moduli si possono scaricare dal sito www.milanovaldese.it, alla voce ‘documenti comunitari’, oppure ritirare presso la libreria. Le direttive consegnate possono essere ritirate o modificate in qualunque momento. La registrazione è assolutamente gratuita e valida anche per i non residenti. «Quest’iniziativa è in linea con i principi di autodeterminazione degli individui e di libertà di fronte a Dio che caratterizzano la nostra Chiesa», continua Giuseppe Platone, «già nel 2007 il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi aveva approvato un ordine del giorno in cui, tra l’altro, si affermava che è principio di civiltà dare voce, attraverso una legge, alle scelte della persona compiute con coscienza e volontà e in previsione di una futura incapacità nell’esprimere validamente il suo pensiero». Nessun intento polemico, assicura il pastore, semmai un segnale al Parlamento per approvare una legge sul fine vita che riconosca il «diritto inalienabile alla decisione». Com’è noto, in Italia manca una legge che disciplini le dichiarazioni anticipate di trattamento (caso ormai più unico che raro nel contesto europeo), nonostante il nostro Paese abbia ratificato la Convenzione di Oviedo sui diritti umani e la biomedicina, e in barba all’art. 32 della Carta costituzionale.