Tosi, leghista della “base” contro i “capi”. Per ora Bossi lo perdona

Pubblicato il 19 Ottobre 2011 - 23:34 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Prima lo insulta poi lo perdona: Umberto Bossi cambia idea su Flavio Tosi. Tosi è il “nuovo che avanza” nella Lega. Piace ai militanti, i “ras del partito” lo tengono a distanza. Bossi, dopo avergli dato dello “stronzo”, ha corretto il tiro: “Non sarà espulso“. Forse lo teme, perché Tosi guadagna sempre più consensi tra gli elettori “verdi”. Il partito sembra ormai fratturato tra “l’apparato” e “la base”. E molti leghisti della base ormai vedono il sindaco di Verona come loro leader naturale. L’unico che risponde per le rime ai “leghisti di governo”. Una alternativa all’altro aspirante leader Roberto Maroni, anche lui ormai troppo “romanizzato”.

Tosi aveva espresso il pensiero di molti elettori leghisti, parlando di “voltastomaco”. Questa sarebbe la sensazione che lui (e altri imprecisati militanti del Carroccio) proverebbero ogni volta che i parlamentari “padani” firmano alcuni provvedimenti in Camera e Senato. Provvedimenti che evidentemente non stanno così a cuore alla “base”.

Bossi aveva replicato in maniera diretta, com’è nel suo stile: “Tosi è uno stronzo“. E poi ci aveva messo il carico: “Tosi ha portato nella Lega un sacco di fascisti”. L’allusione, probabilmente, era dovuta anche agli apprezzamenti che Tosi aveva avuto ricevuto in passato dal Fronte Veneto Skinheads e da alcune frange della curva dell’Hellas Verona.

Fatto sta che le parole di Bossi suonavano come un’espulsione annunciata. E invece ora la retromarcia: “L’ho invitato lunedì”. Per siglare la pace o per una tirata d’orecchie?.

Il malcontento dei “leghisti duri e puri” non si può però sopire con un incontro. Basti ascoltare Radio Padania: il giorno dopo lo “stronzo” del Senatur, in molti hanno difeso Tosi. Un ascoltatore ha detto chiaramente: “Bossi è vecchio, se ne vada” e “io sto con Tosi” (nemmeno Maroni si è salvato dalle frecciate).

Da un po’ di tempo si dice che Maroni sia pronto a “fare le scarpe” a Bossi e a diventare leader della Lega. Non a caso, a Pontida, un folto gruppo di “fedelissimi” aveva inneggiato al ministro dell’Interno. Ora però avanza Tosi. Un uomo “ancora più nuovo di Maroni”. Uno che, a differenza del ministro, è ancora più difficile da inquadrare per gli uomini del “cerchio magico” bossiano. E a quanto pare nemmeno la circolare diffusa nelle scorse settimane (in parole povere, “decidiamo noi chi parla e cosa può dire”) è servita a spaventarlo.