Governo Letta, ritocchi. No Berlusconi, Monti, D’Alema, Amato

Pubblicato il 27 Aprile 2013 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Governo, è il giorno decisivo: Enrico Letta vuole fare in fretta. Per tutta la notte ha continuato le trattative al telefono per la formazione del governo. Letta potrebbe giurare già sabato, al più tardi domenica e poi chiedere la fiducia all’inizio della settimana.

La mattina, non a caso, è iniziata con un incontro con Pier Luigi Bersani, e poi con Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e lo zio Gianni Letta per sciogliere gli ultimi nodi, soprattutto quelli di giustizia e Imu, quelli più ostici.

La parola d’ordine è: rinnovamento. Glielo ha chiesto anche Silvio Berlusconi. Dalla rosa di ministri quindi sembra siano usciti definitivamente i nomi “vecchi” compresi quelli di Mario Monti (che si è sfilato da solo), Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Renato Schifani e lo stesso Berlusconi. Anche se Angelino Alfano ci tiene a dire: “Non abbiamo posto nessun veto su Massimo D’Alema”.

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I due ministeri più importanti per il Pdl, e che Berlusconi sta tentanto di ottenere, sono Giustizia ed Economia. A via Arenula Berlusconi non vuole il candidato di mediazione Michele Vietti (ex Udc) e quindi si sta pensando al nome del presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo. All’economia invece si era inizialmente parlato di Saccomanni ma Berlusconi aveva detto no e proposto Renato Brunetta. Alla fine il nome dovrebbe essere scelto tra Pier Carlo Padoan (Ocse) e Salvatore Rossi (Bankitalia).

Agli Esteri sfumano appunto i nomi di Mario Monti, Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Letta sta pensando a Enzo Moavero Milanesi, oggi agli affari europei.

Il Pdl potrebbe portare a casa invece il ministero degli Interni: Enrico Letta sembra non voglia vice al suo fianco, quindi potebbe collocare Angelino Alfano al Viminale. Maurizio Lupi dovrebbe prendere la Sanità, Beatrice Lorenzin le Politiche giovanili e Mara Carfagna il suo vecchio ministero, le Pari opportunità.

L’altro possibile vice di Letta, Mario Mauro di Scelta civica, dovrebbe invece occupare il ministero dell’Istruzione. Sempre Scelta civica dovrebbe portare a casa la Cooperazione, con la conferma di Andrea Riccardi, e un posto da sottosegretario a Ilaria Borletti Buitoni.

Per quanto riguarda lo Sviluppo Economico, sarà spacchettato in Infrastrutture e Comunicazioni. Il ministero che fu di Pier Luigi Bersani se la giocano Sergio Chiamparino, Guglielmo Epifani e Graziano Delrio.

In quota Pd restano in corsa Stefano Fassina per il Welfare e Maria Chiara Carrozza. Per la Difesa Letta avrebbe fatto il nome di Franco Frattini, che però non sembra gradito dagli ex compagni del Pdl, che invece punterebbero su Schifani.