Tre milioni per promuovere il modello digitale italiano: marchetta a Verdini? C’è un ex ministro dc…
Pubblicato il 27 Dicembre 2017 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Finanziamento di 3 milioni di euro, uno per anno, per “promuovere il modello digitale italiano”, a una società, IsiameD, nata come istituto per l’Asia e il Mediterraneo, convertita al digitale lo scorso luglio. Come lo chiamereste? Il deputato del Gruppo Misto, ex Scelta Civica, Stefano Quintarelli lo definisce un “regalo di Natale a Verdini”. Il senatore del Pd Stefano Esposito è ancor più brutale: “Una marchetta necessaria ad avere i voti per approvare la manovra”.
Carlo Calenda, ministro competente, nega tutto e dice di non saperne nulla. In pratica, gliela hanno fatta sotto il…naso.
Hanno negato (complice il Pd) i soldi per stabilizzare gli assunti, ma…Eppure, scrive in un tweet Calenda, lui non ha “mai dato parere positivo. Non ne sapevo nulla finché non segnalato da voi. Non ho la più vaga idea di cosa sia. Mi sembra una roba stravagante, a dir poco”.
Il messaggio è indirizzato a Riccardo Luna, direttore della agenzia di stampa Agi, che ha scoperto lo scandalo e lo ha portato alla attenzione del mondo.
IsiameD, scrive Arcangelo Rociola dell’Agi, “secondo quanto si legge in un emendamento voluto dai senatori Pietro Langella e Antonio Milio di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (Ala), è stata scelta per “affermare un modello digitale italiano come strumento di tutela e valorizzazione economica e sociale del made in Italy e della cultura sociale e produttiva della tipicità territoriale” con un “contributo pari a 1.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020”.