Tremonti gela Berlusconi: “Il governo non ha niente da spendere”

Pubblicato il 29 Dicembre 2010 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti gela Silvio Berlusconi e avverte tutti i ministri: “Non abbiamo niente da spendere”. Che significa? Significa che non c’è un euro in cassa per soddisfare tutte quelle promesse fatte dal premier in questa anticipata “campagna elettorale” invernale. Niente soldi “extra” per i ministri delusi, niente riduzione dei tagli, niente spese extra, niente quoziente familiare, merce di scambio con l’Udc.

Il messaggio di Tremonti è chiaro e affidato a una circolare indirizzata a tutti i ministeri: “Occorre rigore nei conti. Anche in relazione al generale contesto europeo resta confermata l’esigenza di una rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica”. Parola d’ordine? “Ridurre gli stanziamenti per le spese non obbligatorie e inderogabili. Le amministrazioni procedano ad un’impostazione previsionale secondo criteri volti principalmente al contenimento delle spese, valutando attentamente la possibilita’ di procedere ad un’oculata riduzione degli stanziamenti complessivi per spese diverse da quelle obbligatorie ed inderogabili”.

E’ una vera e propria doccia fredda per il Cavaliere che, per evitare la crisi di governo, ha in questi ultimi tempi cercato di appianare le discordie nate proprio all’interno del suo esecutivo, promettendo fondi e soldi ai vari ministri. In prima linea c’è Stefania Prestigiacomo che già in passato aveva avuto più di un diverbio con Tremonti proprio sui fondi da destinare all’ambiente e che di recente ha minacciato di lasciare il partito. Per scongiurare la rottura Berlusconi le aveva assicurato una mediazione, ma ora è evidente che la mediazione salta. Stesso problema tocca anche Sandro Bondi che descrivono sempre più insofferente per il rigore di via XX settembre, tanto da essere pronto a lasciare l’incarico. Anche qui, la mediazione del Cavaliere aveva arginato il problema, ma dopo le parole del ministro dell’Economia, c’è da scommettere che gli argini torneranno a cedere.

Il problema, poi, non riguarda solo il rapporto tra i vari ministri. Quel “niente fondi” di Tremonti significa anche niente soldi per quel quoziente familiare che doveva “allettare” l’Udc e diventare il collante di una nuova rinnovata unione tra il Pdl e i centristi. Il ministro dell’Economia dice nemmeno troppo tra le righe: costa troppo, non si può fare. Mandando così in fumo le promesse fatte dal premier ai centristi in vista di una rinnovata unione, invisa sì alla Lega, ma che si profila come l’unica reale possibilità per il governo di rimanere in piedi fino al 2013.