Il Pdl a Tremonti: “Dimettiti”. Bossi gli fa scudo e insiste su Grilli

Pubblicato il 5 Ottobre 2011 - 21:14 OLTRE 6 MESI FA

MILANO -Il Pdl scarica Tremonti, la Lega appoggia Tremonti. Da una parte c’è Guido Crosetto (sottosegretario alla Difesa) che dice: “E’ un problema, si dimetta”. Dall’altro c’è Umberto Bossi che dice: “Berlusconi metta Grilli a capo di Bankitalia”. Cioè Vittorio Grilli, il candidato tremontiano alla successione di Draghi. Non è un mistero che il resto Berlusconi, invece,  abbia da subito puntato sulla soluzione interna Fabrizio Saccomanni.

Non tira una buona aria all’interno della maggioranza alla vigilia del supervertice del 6 ottobre. In quella occasione si parlerà di decreto Sviluppo, ma anche di Bankitalia.

Che tra Berlusconi e Tremonti ci fosse tensione non era un mistero: durante la sua visita in Spagna, il ministro ha detto che lo spread spagnolo si stava abbassando perché ci sono le elezioni alle porte. Berlusconi ha letto queste parole come un messaggio sibillino e avrebbe confidato ai suoi: “Questo è pazzo. Sembra quasi che voglia le sue dimissioni”.

In seguito all’uscita di Tremonti, Crosetto ha detto (alla Zanzara di Radio 24): ”Tremonti è un problema. Si dimetta se pensa che questo Governo è un ostacolo alla crescita dell’Italia. Se fossi Berlusconi sarei furibondo. Il problema è lui perché non presenta proposte e non produce risultati. Se in un’azienda una persona non produce nessun risultato, viene mandato a casa”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, e il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi.

Ma a difesa di Tremonti è arrivato, nella serata del 5 ottobre, Umberto Bossi, che è intervenuto sulla questione Bankitalia: “Berlusconi si decida a far votare Grilli, il milanese”. Da sempre Tremonti viene indicato come “vicino” alla Lega, anzi più apprezzato dal Carroccio che dal Pdl.

E per non farsi mancare niente, Bossi ha ammesso sibillino che una crisi di governo potrebbe aprirsi: il governo, ha detto il Senatur, per ora è saldo, ma “poi vediamo…”. Poi ha aggiunto, riferito a una possibile crisi nella maggioranza: “Tutto può essere, ma penso di no, io non voglio rotture di co…”. Insomma, tutto tranne che una smentita secca.