Tremonti spiato? Al via indagine, pm interrogherà ministro e scorta

Pubblicato il 1 Agosto 2011 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti (La Presse)

ROMA – Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e la sua scorta saranno ascoltati, secondo ‘Il Corriere della Sera’, dalla Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta sulla presunta violazione della privacy del ministro. La procura ci vuole veder chiaro sulle dichiarazioni del ministro dell’Economia il quale, nei giorni scorsi, precisando il senso della sua occupazione della casa di via Campo Marzio, nel centro di Roma, ha sottolineato di aver avuto la sensazione di essere ”spiato, controllato, pedinato”.

Intanto anche Napoli indagherà sullo stesso fronte e aggiungerà questo tassello al fascicolo già aperto: i pm, scrive ‘La Stampa’, stanno approfondendo le ragione della fuga di notizie di generali della Gdf identificabili nella cordata interna al Comando denunciata da Tremonti.

Lunedì la questione sarà affrontata dai vertici di piazzale Clodio. Quindi ragionevolmente, sarà aperto il fascicolo ed al suo interno saranno inseriti gli articoli di stampa nei quali sono riportate le parole di Tremonti.

La cartella dovrebbe poi essere assegnata al procuratore aggiunto Pietro Saviotti, delegato, tra l’altro, a coordinare le indagini su vicende di spionaggio. Tra le attivita’ istruttorie che, in via di ipotesi, potrebbero essere disposte ci sono, tra l’altro, le audizioni dello stesso titolare del dicastero di via XX settembre e degli uomini della sua scorta.

Sul caso, Tremonti e’ intervenuto domenica sera per sottolineare la ”profonda stima e fiducia nella scorta della Guardia di Finanza” che lo segue da tanti anni. Sentimenti – ha aggiunto – per la Guardia di Finanza ”a partire dal suo comandante generale”.

”Tutto quanto e’ a mia conoscenza – ha quindi aggiunto il ministro – l’ho rappresentato alcune settimane fa alla magistratura. Lo confermo. Il resto sono state ipotesi e forzature giornalistiche”. Parole arrivate all’indomani di un colloquio con Repubblica nel corso del quale, parlando del caso di Marco Milanese, aveva affermato: ”Lo riconosco. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita’. In quella casa non ci sono andato per banale leggerezza, il fatto e’ che prima ero in caserma, ma non mi sentivo piu’ tranquillo”.

E, riferendosi alle polemiche che hanno scandito il caso, aveva sottolineato: ”Chi parla di evasione fiscale e’ in malafede. Questa accusa non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente indiscutibile l’assoluta regolarita’ del mio comportamento e del mio contributo alle spese di quell’affitto”.