Ucraina, Bersani netto: “Invio armi è giusto contro revanscismo imperiale di Putin. Ma no a guerra infinita”

L'ex segretario del Pd Bersani non ha dubbi: inviare armi all'Ucraina è giusto per fermare Putin. Ma mette in guardia dal precipitare in un conflitto senza sbocco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2022 - 16:15 OLTRE 6 MESI FA
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Ucraina, Bersani senza dubbi: “Giusto l’invio di armi”

Ucraina, Bersani netto: “Invio armi è giusto”. Pier Luigi Bersani non ha dubbi. Aiutare gli ucraini a difendersi è giusto, perché “il revanscismo imperiale di Putin ha scatenato una guerra di aggressione e ha aperto il vaso di Pandora di violenze e barbarie di ogni genere”, dice in un’intervista alla Stampa.

Ucraina, Bersani netto: “Invio armi è giusto”

“Credo sia assolutamente giusto aiutare ad aiutarsi un Paese aggredito: con interventi umanitari, con sanzioni e anche con aiuti militari. La domanda da porsi però è un’altra: perché lo facciamo?

Perché l’Ucraina stia in piedi in vista di un cessate il fuoco, di un negoziato, di un compromesso, e per prepararci a un dopo che sia un futuro di sicurezza reciproca e di pace?

O perché la guerra duri fino a vedere chi è il vincitore e chi è il vinto? Per poi magari predisporci a trent’anni di guerra fredda?”.

“Sì al 2% sul Pil per la Difesa, ma sulla cooperazione europea o ora o mai più”

Bersani commenta anche l’investimento fino al 2% di Pil in favore delle spese per la Difesa. “Si è fatta una polemica con scarso costrutto in cui si è risolto il tema ovvio e non si è affrontato quello necessario. Era ovvio che avremmo diluito questo impegno.

Il problema però è: se in quest’occasione non impostiamo un meccanismo di difesa europeo a partire come dice Prodi dalla cooperazione rafforzata tra i 4 Paesi principali, aspettando che gli altri arrivino, non lo faremo mai più”.

Stop al gas russo? “Sono scettico”

In merito allo stop al gas russo per non finanziare la guerra di Putin, come dice Letta, Bersani dichiara il suo scetticismo.

“Per un motivo elementare: non riusciamo neanche a livello europeo a mettere un tetto al prezzo, non prenderlo mi pare complicato. In più, non va sottovalutata l’opinione pubblica, che difficilmente reagirebbe bene davanti a un razionamento dell’energia chiesto da noi. Questo non significa che non si possano rafforzare le sanzioni“.