Berlusconi, ultima chiamata: patrimoniale e prelievi sui conti correnti?

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 2 Novembre 2011 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con la pistola dei mercati puntata alla tempia, il Governo prova ad accelerare il varo di quegli interventi che l’Europa esige e che invece ha continuato a rinviare. Con il crollo delle maggiori piazze europee, Milano in testa, e lo spread a un passo dal punto di non ritorno e tassi d’interesse pericolosamente vicini a quota 7% , Berlusconi ha convocato un vertice serale d’urgenza. La stessa urgenza che domina la scena politico-economica da mesi: ma l’unica misura adottata è stata un rinvio al giorno dopo. Cioè oggi, mercoledì. Cioè un giorno prima del summit di Cannes del G20, quando il premier dovrà presentarsi con qualcosa di più consistente e impegnativo che un foglietto di buone intenzioni. Prima l’ennesimo vertice la mattina, poi il Consiglio dei Ministri convocato alle 20. Il referendum di Papandreu era servito da alibi per mezza giornata: non è servito naturalmente a spezzare l’accerchiamento del Governo.

Da registrare l’ennesimo scontro con il suo ministro dell’Economia, stavolta sul metodo con cui procedere: Berlusconi puntava a un decreto legge e un disegno di legge, Tremonti propende per un maxiemendamento secco da inserire nella legge di stabilità parcheggiata in Senato. Tremonti vuole un voto secco, sì o no all’intero pacchetto, tutelando la diligenza dagli assalti parlamentari. Comunque vada oggi stesso Berlusconi deve trovare lo strumento per adottare quei provvedimenti che, parole sue “gli fanno venire l’orticaria”.

Quali? Un precedente illuminante, evocato dallo steso Berlusconi, è la manovra lacrime e sangue del governo Amato del 1992. Quindi patrimoniale e prelievi forzosi sui conti correnti e i depositi bancari? Sì, altro che in tasca: il Governo si appresta a mettere le mani in faccia agli italiani, e sarà Berlusconi in persona a incaricarsene, nonostante sia “contrario ai suoi capisaldi”. All’epoca Giuliano Amato prelevò il 6 per mille dai conti correnti. All’ordine del giorno il ricorso ai tagli delle 400 agevolazioni fiscali e assistenziali che porterebbero subito un risparmio di 20 miliardi entro il 2014.  Altra misura percorribile sarebbe la riforma del mercato del lavoro del giuslavorista e deputato Pd Ichino. Un modo per stanare l’opposizione e per compiacere il Capo dello Stato che gli ha intimato, dopo aver parlato con la Merkel, di adottare decisioni improrogabili. E condivise. Napolitano ha già avviato consultazioni informali con i rappresentanti dell’opposizione. Una maniera per verificare la disponibilità a salvare l’Italia, certo, ma anche per non farsi trovare impreparato in caso la situazione precipiti. Stavolta, se l’esame di Cannes dovesse andar male, i paracadute per Berlusconi sono tutti stati bruciati. Come i 219 miliardi delle borse europee nella sola giornata di martedì.