Bossi: “Rischio crisi sulle pensioni, così la gente ci ammazza”

Pubblicato il 25 Ottobre 2011 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi (Foto Lapresse)

ROMA – L’Europa sollecita, Giorgio Napolitano sollecita, e così anche Berlusconi. Ma Umberto Bossi non molla: ”Stavolta la situazione è difficile, molto pericolosa”. In altre parole, la crisi è a un passo e se si insiste sulle pensioni sarà definitivo: il governo cadrà. Il perché è semplice: ”Non è possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza”.

“Io le pensioni a 67 anni non le tocco – spiega Bossi – Posso trattare, ma fin lì non posso arrivare. Non posso toccare le pensioni che sono apposto e portarle a 67 anni per far piacere ai tedeschi, che hanno un sistema pensionistico sballato. Mentre il nostro sistema pensionistico è in vantaggio rispetto a tutti gli altri europei”.

Bossi dà anche la scaletta: in caso di crisi nessun governo tecnico ma elezioni. La decisione però spetta al capo dello Stato e sia Napolitano che Berlusconi sarebbero dell’idea di affidare il compito a Gianni Letta. Ma Bossi è contrario anche su questo: ”Non facciamo governi tecnici, siamo contro”.

Ora Bossi incontrerà Berlusconi, gli chiedono. ”No. Penso che starò lì a guardare le proposte che mi fanno tra poco”. Alla riunione a palazzo Grazioli con il premier partecipano Angelino Alfano, i ministri Roberto Calderoli, Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, nonché i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato.

La lista delle priorità chiesta dalla Bce per Bossi è una “fucilata a Berlusconi”: ”Abbiamo un sistema pensionistico che è più a posto di quello francese e tedesco. La lettera” della Bce ”è una fucilata a Berlusconi. Sembra più un attacco a Berlusconi”. Attacco italiano, per giunta. Il ministro aggiunge: ”Chi fa quella roba lì, è un italiano. Chi ha scritto la lettera è un italiano”. Il riferimento implicito è a Mario Draghi, uno dei due firmatari della lettera.