Una nuova legge per rendere più “libera” l’eredità?

Pubblicato il 11 Febbraio 2010 - 17:36 OLTRE 6 MESI FA

L’hanno ribattezzata “taglia-legittima” e potrebbe cambiare le regole in materia di eredità e successione. Si tratta di una proposta presentata dall’Associazione delle aziende familiari al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, circa un mese fa.

Attualmente in mancanza di testamento specifico l’eredità viene ripartita tra gli eredi, moglie compresa, secondo quanto stabilisce la legge del Codice civile, titolo II delle successioni legittime agli articoli 565-585.

In pratica alla moglie spetta di diritto una quota del patrimonio, anche se è separata, fino alla sentenza di divorzio. A lei spetta il 25% del totale, mentre il 50% va ai figli. La “legittima” quindi ammonta complessivamente al 75% del patrimonio.

Se approvata la proposta ribalterebbe le regole, cambiando le proporzioni da ripartire lungo l’asse ereditario: la legittima verrebbe così ridotta al 50%, un terzo alla moglie e il resto ai figli. Il rimanente 50% verrebbe distribuito a discrezione del titolare che vedrebbe così raddoppiata, dal 25 al 50 per cento appunto, la quota di patrimonio di cui può disporre la destinazione a prescindere dalla “legittima”. Ad esempio un nonno che voglia far “saltare” una generazione ad una parte del patrimonio potrà farlo al 50 per cento beneficiando un nipote.

Alcuni credono che dietro questa mossa ci sia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alle prese con gli assetti di potere in famiglia e non ancora divorziato da Veronica Lario.  Il presidente dell’Aidaf, però, nega che sia stata fatta ad hoc: «La nostra proposta è il frutto di un dibattito in corso da anni: ci occupiamo di problemi di successione dal ’97 ed è nostra anche la norma per l’eliminazione dell’imposta di successione fatta propria dal governo Prodi. Il nostro scopo è garantire continuità aziendale». Infatti l’attuale “legittima” ripartendo tra gli eredi che possono essere numerosi i tre quarti del patrimonio rende difficile “concentrare” il lascito: nel caso di un’azienda il patrimonio può smembrarsi e con esso l’azienda stessa.