Unioni civili: ok vescovi ma senza matrimonio e adozioni gay

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Unioni civili: ok vescovi ma senza matrimonio e adozioni gay

Unioni civili: ok vescovi ma senza matrimonio e adozioni gay

ROMA – A dispetto della perentorietà con cui Chiesa e Governo si sfidano sull’approvazione entro l’anno del disegno di legge parlamentare sulle unioni civili, nemmeno troppo sotterraneamente starebbero lavorando a uno scambio che stemperi la tensione e ripristini i buoni rapporti. Fabio Martini su La Stampa dà conto di un avvenuto compromesso fra Governo e Cei, uno “scambio”: i vescovi accettano una legge sulle unioni civili che non sia comprensiva però di matrimonio gay e adozioni fuori dalla coppia, due punti irrinunciabili.

La Conferenza episcopale ha già fatto sapere a Renzi, attraverso i suoi canali, di essere sostanzialmente favorevole ad una legge sulle unioni civili senza asperità, che sia capace (nell’ottica di Oltretevere) di creare un argine rispetto alla deriva considerata più pericolosa: matrimoni gay e adozioni fuori dalla coppia. Papa Francesco e la Cei non sposano le unioni civili e mai le sposeranno, ma hanno implicitamente abbracciato la dottrina del male minore, una novità storica nell’approccio alle questioni eticamente sensibili.

Per questo motivo la Cei ha fatto sapere al governo che gradirebbe che l’approvazione in prima lettura della legge non avvenisse poco prima, o coincidesse, con un appuntamento considerato strategico da papa Francesco: il Sinodo sulla famiglia che si svolgerà tra il 4 e il 25 ottobre. Un Sinodo con la partecipazione dei vescovi di tutto il mondo, chiamato a decisioni simbolicamente importanti: una sorta di “congresso” sulla linea impressa dal papa e che la Cei di Galantino preferirebbe non sovrapporre al dibattito parlamentare italiano. (Fabio Martini, La Stampa).

Nel frattempo, la polemica diciamo di superficie, registra la volontà del Governo – per bocca del ministro Del Rio – di procedere senza tentennamenti nel fare la Riforma entro l’anno. Va registrata anche la soluzione tattica (emendamento che vieti la pratica dell'”utero in affitto”) proposta dal  centrista  Ncd  Gaetano Quagliariello che raccoglie l’adesione della destra (e ancora la contrarietà del capo dei vescovi Bagnasco che rifiuta omologazioni automatiche delle unioni civili alla famiglia tradizionale). Mario Stanganelli sul Messaggero descrive il tentativo Quagliariello.

La proposta non riguarderebbe direttamente il testo in discussione, in quanto il divieto, in Italia, dell’utero in affitto è stabilito dalla legge 40 sulla procreazione assistita, ma è servita a compattare all’interno di Alleanza popolare un fronte d’attacco contro il ddl Cirinnà, che verrebbe stravolto da un eventuale emendamento in tal senso. Da Sacconi a Formigoni a Eugenia Roccella e Paola Binetti è un coro di consensi a Quagliariello, nella comune convinzione che un emendamento contro la pratica dell’utero in affitto significherebbe l’archiviazione della legge Cirinnà per qualcosa di diverso. (Mario Stanganelli, Il Messaggero).