Unità d’Italia, Mario Giordano lancia l’appello al governo: “Diteci che dobbiamo fare il 17 marzo”

Pubblicato il 17 Febbraio 2011 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La festa dell’Unità d’Italia sta dividendo il governo: la Lega dice no al 17 marzo, il Pdl dice sì. Poi ci sono gli industriali che dicono: va bene, è festa, ma si viene a lavoro. Oppure se non si viene non vi paghiamo. Ecco allora che Mario Giordano lancia dalle colonne del ‘Giornale’ un’appello al governo dal titolo: “Il 17 marzo è festa o no? Per favore, diteci che fare”. Insomma un appello per dire: almeno mettetevi d’accordo e fateci capire se “il giovedì dell’Unità d’Italia va segnato rosso sul calendario oppure no”.

Manca un mese esatto alla fatidica data – scrive Giordano – E ancora il dibattito è aperto. Ognuno dice la sua, manco fossimo al bar sport nei pomeriggi di campionato. Festa tutta intera? Festa a metà? Festa un po’ sì e un po’ no? Festa al posto del 2 giugno? Festa al posto del 25 aprile? Festa ma con le fabbriche aperte? Festa ma con le fabbriche aperte e le scuole chiuse? Festa ma senza dirlo a nessuno? Festa con le vecchie fanfare? Festa con i vecchi fanfaroni? Festa con il gioco del silenzio? Festa fai la riverenza e fai la penitenza, guarda su guarda giù e dai un Garibaldi a chi vuoi tu? Abbiamo seguito con appassionato disinteresse il dibattito che si è scatenato nelle ultime settimane e alla fine ne abbiamo tratto una convinzione: non è importante quale decisione il governo prenda. L’importante è che ne prenda una”.

Il ministro Bondi – continua Giordano – ha già annunciato che i musei statali saranno aperti, gratis e con orari prolungati. Ottima iniziativa: posso dunque organizzare una gita culturale con i miei figli? O la organizzeranno le scuole? Come si devono regolare le aziende con i turni di lavoro? Il governatore del Veneto Zaia ha detto che andrà in ufficio come niente fosse, ma qualche regione ha annunciato che invece gli uffici saranno chiusi: significa che, in mancanza di decisioni governative, ognuno potrà andare per la sua strada? Davvero festeggeremo l’Unità d’Italia dimostrando che l’Italia non è unita nemmeno nel festeggiare? Non sapendo se quella giornata va messa rossa o nera sul calendario, finiremo per scriverla con l’inchiostro simpatico, magari rosa un po’ sfumato e comunque a macchia di leopardo?“.

Intanto proprio oggi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dalle colonne del ‘Corriere della Sera’ ha lanciato il suo appello: ”Troviamo una strada purché la festa dell’Italia ci sia”. La decisione riguardante la celebrazione della festa, fa sapere La Russa, sarà presa venerdi ‘in Consiglio dei Ministri e non rappresentano un problema i costi per realizzarla: ”non si guardano i costi quando è Festa nazionale – dice il ministro – Penso che lo Stato dovrebbe farsene carico”.

Rispetto ai timori degli imprenditori e alle resistenze della Lega, La Russa dice di credere ”alla buona fede degli imprenditori” ma di vedere alla base di questi timori anche ”suggestioni politiche”. E alla Lega chiede di ”capire che il dato etico-culturale prevale su tutto”. Inoltre, la festa del 17 marzo sarebbe, secondo La Russa, una buona occasione per i commercianti e i servizi di ricettivita’ turistica, ed e’ pronto ad accettare due soluzioni di compromesso pur di proclamare la Festa nazionale: posticipare dal 2 al 5 giugno (domenica) la parata militare, per la quale pero’ pare siano gia’ partiti dal Quirinale – dice il ministro – gli inviti ai Capi di Stato stranieri, oppure sospendere per un anno gli effetti del semifestivo che cade il 4 novembre, la festa delle Forze armate. La Russa si dice disponibile, ma l’importante, sottolinea, ”e’ che il 17 marzo sia davvero una festa”.