Università, i ricercatori davanti alla Camera: “Con la riforma sarà più facile ricattarci”

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 16:18 OLTRE 6 MESI FA

Gli universitari davanti a Montecitorio

“Così sarà più facile ricattarci”, dice Marta, ricercatrice della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Roma Tor Vergata. Il ddl di riforma dell’Università, proposto dal ministro Gelmini, ”abolisce la figura di ricercatore a tempo indeterminato”, quindi in futuro per mantenere il posto e per ottenere promozioni ”i ricercatori a tempo determinato cederanno e saranno disposti a insegnare”. Marta, invece, si dichiara ”indisponibile”: il suo profilo professionale, come quello di altri colleghi non disposti a tenere corsi che diano crediti formativi, è stato ”appeso” a un filo tirato da una parte all’altra di piazza Montecitorio in segno di protesta.

”L’attività di ricercatore – aggiunge Anna, una collega di facoltà – è valutata solo attraverso il numero di pubblicazioni: se si è usati per la didattica non c’è tempo per la ricerca. E’ un paradosso. Chiediamo una reale valutazione e qualificazione della nostra attività: un minimo di didattica è utile perché il contatto con lo studente stimola la nostra creatività, ma non deve prevalere”. L’emendamento che promette il passaggio a professori associati di 9 mila ricercatori rischia di essere un contentino, che avrebbe consentito al Governo di far passare tante altre cose come la presenza di esterni nel cda e il rafforzamento del potere dei rettori”.