Variante Delta, stop AstraZeneca, eterologa: ad ottobre l’Italia non sarà vaccinata quanto serve

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Giugno 2021 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
Variante Delta, stop AstraZeneca, eterologa: ad ottobre l'Italia non sarà vaccinata quanto serve

Variante Delta, stop AstraZeneca, eterologa: ad ottobre l’Italia non sarà vaccinata quanto serve (Foto d’archivio Ansa)

Variante Delta (indiana) che in Italia circola pochissimo eppur si affaccia, l’addio di fatto al vaccino AstraZeneca, i dubbi e le esitazioni sulla vaccinazione eterologa (due vaccini diversi tra prima e seconda dose) configurano una probabilissima conseguenza, quasi un calcolo aritmetico. Ad ottobre non ci sarà una popolazione vaccinata in percentuale tra 70 e 80 per cento.

All’avvio dell’autunno non ci sarà un’Italia vaccinata nella quantità attesa e dovuta. L’estate nella quale entriamo non sarà dunque l’estate funerale del Covid, in autunno è possibile torni a manifestarsi. Nel giorno in cui la gran parte della popolazione ufficialmente entra nella cosiddetta Zona Bianca la percezione, la consapevolezza che non è finita ancora una volta latita e, se si fa vedere in giro, rischia la lapidazione.

Variante Delta: immunità si allontana, ecco i numeri

Circa tre milioni di over 60 ancora da vaccinare e c’è ormai da supporre che una buona parte di questi manchi all’appello per scelta di non vaccinarsi. Per loro c’è AstraZeneca, facile supporre che questo li terrà ancora più lontani dal vaccinarsi. Circa cinque milioni gli over 60 già vaccinati con prima dose AstraZeneca, relativamente poche le defezioni al richiamo ma qualcuna ci sarà. Ipotesi concreta due milioni e passa di over 60 che per un motivo o l’altro resteranno non vaccinati.

Vaccini: dai 12 ai 18 anni, si aspetterà

La popolazione tra i 12 e i 18 anni: qui sarà prevalente l’aspettiamo e vediamo, magari vaccinarsi dopo l’estate, se serve…Altri quota di popolazione non vaccinata, altri milioni di individui.

Esitanti da sottrarre

Accade nei centri vaccinali che chi ha fatto la prima dose con AstraZeneca chieda, invano, la seconda dose di AstraZeneca perché teme “mischiare” in seconda dose con altro vaccino e a fianco accade che l’over 60 alla prima dose non voglia AstraZeneca a lui destinato…Accade che c’è pandemia di motivi per esitare, quindi altri individui da sottrarre al numero dei vaccinati entro l’estate.

I non si muore più, a che serve?

Aggiungere ancora al numero dei non vaccinati entro l’estate i molti under 60 che così argomentano e fanno: non si muore più, che mi vaccino a fare?

Ideologia di diffidenza verso i vaccini

Avanza, si spande ideologia di diffidenza verso i vaccini: troppe domande, troppe risposte e cento, mille fiori di no vaxismo germogliano qua e là.

Somma e sottrai e il 70/80 per cento della popolazione vaccinato entro settembre diventa obiettivo molto arduo, anzi sostanzialmente irraggiungibile.

Variante Delta sgambetta vaccino

Dati dalla Gran Bretagna dicono che variante Delta qua e là “buca” i vaccini: ricoverati e vittime si contano anche tra i vaccinati, sia con una che con due dosi. Una variante Delta in una popolazione vaccinata al 50/60 per cento, come quella ipotizzabile in Italia ad ottobre, sarebbe un mix capace di darci il terzo autunno-inverno di Covid.

Campagna vaccinale andava ok, ora sbanda. Perché?

Campagna vaccinale italiana andava ok, anzi alla grande. Ora sbanda, slitta, rischia forte il fuori strada. Perché? Errori, profondi, culturali e politici. Primo, enorme e irredimibile errore culturale: accettare la domanda collettiva alla scienza di rispondere con un Sì o un No.

La scienza non ha Sì e No scolpiti nel tempo, la scienza è acquisizione progressiva di dati e di esperienza empirica, la scienza è cambio progressivo di nozioni, la scienza, per dirla alla buona, è scienza perché cambia idea sulla base dei fatti che man mano conosce.

La pubblica opinione tutto questo non lo metabolizza, non lo accetta e chiede invece “chiarezza”. La pubblica opinione è: diteci una volta per tutte. L’opinione pubblica sulla base dell’una volta per tutte rimprovererebbe alla scienza di aver cambiato idea sul chi gira intorno a chi (sole o terra) e di aver cambiato idea sull’origine delle pestilenze (dai miasmi ai virus).

Il gigantesco errore culturale è stato non aver avuto il coraggio politico e civile di dire che la scienza cambia e non parla una volta per tutte. Durante una pandemia la risposta della scienza procede e cambia a seconda di quel che apprende, l’errore è stato non dirlo alla gente. Fin da subito e senza indulgenze verso le domande che esigevano un Sì o un No.

Secondo errore: la ricerca del consenso.

All’errore culturale di non dire la verità sulla scienza si è aggiunto quello tutto politico di cercare in pandemia il consenso come si fosse nella normale gestione della pubblica opinione-cittadinanza-elettorato. In questa azione deleteria si sono distinti i governi delle Regioni, ma tutto l’arco delle istituzioni e delle forze politiche è rimasto convinto dentro questo errore, ministro Speranza è anche ministro di questo errore.

Terzo errore: troppi galli a cantare…

E’ la democrazia e non puoi farci nulla…troppi galli a cantare, troppa incompetenza e irresponsabilità assoluta dei e nei mezzi di comunicazione, troppa propaganda ignorante, troppa libertà di far danno. Il legno storto della nostra vita pubblica e associata, giunta qui la campagna vaccinale si sta arenando.