Micromega bacchetta Veltroni: “Quando cade il politico acrobata entra lo scrittore clown”

Pubblicato il 18 Giugno 2010 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni

“Quando cade il politico acrobata entra lo scrittore clown”: così la rivista di Paolo Flores d’Arcais, Micromega, ironizza sul libro di Walter Veltroni, con una ritoccatina al titolo originale che in realtà è “Quando cade l’acrobata entrano i clown”.

In un pezzo di Marco Romanelli, che non è potuto uscire nella versione cartacea perché il numero era già in stampa quando è arrivato, gli strumenti dell’arte della scrittura dell’ex sindaco di Roma e fondatore del motto “Yes, you can” versione italiana, vengono snocciolati in un’analisi pungente.

Il libro parla della tragedia dello stadio Heysel a Bruxelles, dove negli scontri tra tifosi prima della finale di Coppa Campioni Juventus-Liverpool, morirono 39 sostenitori bianconeri.

«La situazione è terrificante, e il povero Veltroni si vede perduto: “Mi sento come una gazzella contro il leone”. Che fare? Non c’è che darsela a gambe: “Io ho il diritto di scappare. Ho il diritto di provare che certo lui è più forte, ma io sono più veloce, più astuto, più scattante. Ho il diritto di scappare, il diritto della gazzella braccata”», scrive Romanelli.

Dalla trama agli stralci ripresi, al libro di Veltroni toccano anche illustri paragoni:  «Se infatti da un lato la scelta decisa e quasi oltranzistica di uno stile frammentario ci rimanda alla più alta tradizione del frammentismo vociano (da Pietro Jahier a Scipio Slataper a Clemente Rebora, per intenderci), dall’altro sono innegabili l’influsso dello stile spezzato e franto degli Albi dell’Intrepido e la presenza di una intertestualità nazionalpopolare evidente nel rimando a testi come Torna a Surriento (“Guarda Cabrini quant’è bello”, spira tanto sentimento, p.24), o Piccolo grande amore (“La meraviglia di scogliere lontane / di mari all’alba e di risate sfrenate / e di amicizie infinite e di amori di un’ora”, p.15), per non parlare di citazioni letterali da Toto Cutugno (“Mi passa vicino Scirea, con la sua faccia da italiano buono”, p.53) e da Adriano Celentano (“sembra una festa sui prati”, p.25).»

Infine ancora ironia e un’ipotesi teatrale: «La realtà è che Quando cade l’acrobata è un testo arduo e complesso, che per essere valorizzato ha bisogno di tempo e soprattutto di essere eseguito nella sua sede naturale, cioè a teatro: solo allora se ne potranno apprezzare le qualità formali e soprattutto il pathos che solo la viva voce di un fine dicitore potrà mettere pienamente in luce. A questo proposito ci è stato detto che in un primo momento si era pensato di affidare la performance a Giorgio Albertazzi, ipotesi che però si è dovuto accantonare perché il grande attore è notoriamente tifoso della Fiorentina; è subentrata allora la candidatura di Michail Gorbaciov, grande amico di Veltroni, che purtroppo è stato costretto a rifiutare perché impegnato a girare uno spot per il gelato Sammontana; qualcuno allora ha proposto il nome prestigioso di Laurence Olivier, ma l’idea è caduta quando l’addetto stampa di Ravello festival ha fatto notare che il maestro inglese era deceduto da diversi anni».