Vendola sfida il Pd: “Cantiere per un nuovo centrosinistra” e “primarie non sono capriccio”

Pubblicato il 27 Febbraio 2011 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

ROMA – Scosta di lato la ”Santa Alleanza” e spinge avanti il suo progetto: ”aprire il cantiere del cambiamento per un nuovo centrosinistra”. Il leader di Sel, Nichi Vendola, ricorda al Pd che lui c’e’ e che, in caso di voto, e’ pronto a fare la sua parte. Poi mette in guardia: ”Le leve per il capovolgimento del berlusconismo sono la partecipazione democratica” e ”le primarie: l’anima del centrosinistra che vogliamo costruire, non un capriccio”. Vendola ha riunito i suoi a Roma, per la manifestazione che segna il cammino del suo partito.

L’obiettivo del leader di Sel sta nell’introduzione della cantante Tosca: ”Sono orgogliosa di tagliare il nastro del nuovo Risorgimento, che nasce sotto la guida di Vendola”. Posti a sedere esauriti – ”Siamo 5 mila”, dicono gli organizzatori – scenografia con rosso, giallo e blu: colori ”primari”, non a caso. La narrazione dura due ore. E c’e’ spazio per una gag: Vendola cita le foto apparse sul ‘Giornale’, che lo ritraggono nudo, 32 anni fa, in spiaggia. Dalla platea si alzano dei ”sei bellissimo”.

Lui gigioneggia: ”Hanno messo dei segni per coprire… come i bacchettoni nel ‘600 con le pitture di Michelangelo”. Il cantiere del centrosinistra dovra’ essere ”un compromesso tra la cultura di sinistra e di centro”, ma non ci sono ”veti”. Anche se al Pd Vendola dice: ”Sul terreno del liberismo non ci avrete mai”. Risponde pure alle sferzate del ”compagno Pier Luigi Bersani: guardare un orizzonte un po’ piu’ alto non significa dedicarsi alla poesia”. E poi: ”Io posso essere un fenomeno transitorio, le ragioni di Sel no”. Ce n’e’ anche per Grillo: ”Con lui totale diversita’ culturale”. Dal Pd Vincenzo Vita accoglie l’invito: ”non esistono differenze tali da non poter essere discusse nello stesso partito”.

La ”Santa Alleanza”, invece, per Vendola ”e’ autolesionista”, e puo’ servire solo a rivedere ”legge elettorale, conflitto di interessi e sistema dell’informazione”. Anche perche’ Sel continua a nutrire forti riserve sui finiani. C’e’ un Vendola ‘programmatico’ che ha la ”cura” come parola di riferimento: cura delle persone e dell’ambiente. C’e’ un Vendola che rivendica ”come moderno il ritorno dello Stato”, e che difende l’articolo 41 della Carta, che il premier vuol riformare: ”C’e’ un limite all’attivita d’impresa ed e’ la responsabilita’ sociale”.

E c’e’ un Vendola polemico: ”Il nostro cuore e’ trepidante per i giovani di Bengasi e di Tripoli” e ”io, che ho amato il volto del Che, dico che i temi della liberta’, del pluralismo e della democrazia valgono anche per Cuba: se non ora, quando?”. Sull’immigrazione, a Gheddafi e’ stato fatto fare ”il lavoro sporco”. E poi, ”barbaro chi non abbraccia chi fugge dalla guerra!”. ”In un’Europa ipocrita ed esitante – spiega – ha brillato l’amico intimo” del leader libico, ”Berlusconi. Grazie a Napolitano che ha raccontato un’altra Italia”.

Al premier Vendola da’ pure del tu, ma per dirgli: ”Sei un bigotto. Se avessi un figlio gay, che sofferenze gli rifileresti?”. E poi: ”la crisi della scuola pubblica e le tv hanno reso protagonista Berlusconi di 15 anni di storia. A queste classi dirigenti serve una giovane generazione di narcotizzati. Lo scandalo di Ruby ci manda a dire che per trovare lavoro devono andare a Palazzo Grazioli”.