VENEZIA – M5S non vota Casson, nonostante Travaglio, Rodotà, Civati… Il candidato meno renziano in lizza, Felice Casson, non ce l’ha fatta a Venezia: ha perso il ballottaggio nonostante gli appelli alla mobilitazione a sinistra per il candidato Pd “più grillino di tutti” come lo definiva Marco Travaglio (“No Brugnetta no”, editoriale sul Fatto Quotidiano).
Voci, quella di Travaglio, di Pippo Civati, di Stefano Rodotà, di Curzio Maltese, insomma di tutti i campioni della sinistra anti-renziana, rimaste completamente inascoltate. Gli elettori grillini il candidato Pd non lo hanno votato.
Una lezione è uscita dalle urne, come rileva Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: “i Cinque Stelle al ballottaggio non vanno a sinistra: i voti grillini si confermano in buona parte voti populisti, antisistema, antigoverno, anche se a volte premiano gauchisti radicali”.
Dopo un anno di Comune commissariato a seguito dell’inchiesta Mose che ha decapitato la giunta di centrosinistra a Venezia il Pd aveva pensato che la figura di un magistrato integerrimo come Felice Casson fosse la scelta giusta: ha vinto le primarie, si è affermato al primo turno con dieci punti di distacco sullo sfidante per poi, infine, perdere clamorosamente al ballottaggio finale (47% contro il 53%).
Affluenza bassa, soccorso leghista a Luigi Brugnaro e soprattutto il fatto che Casson sia riuscito a prendere appena 1000 voti in più del primo turno, sono all’origine del naufragio elettorale di Casson e del Pd contro l’ex carneade Brugnaro (“uno che sta in politica da 83 giorni”, come si è auto-celebrato alla lettura del risultati).
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