Vertenza Sardegna, Pdl attacca Monti

Pubblicato il 2 Maggio 2012 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

CAGLIARI – C'e' Monti nel mirino del Pdl per le mancate risposte alla vertenza Sardegna: dalle entrate al patto di stabilita', dalla crisi industriale con il disimpegno di diverse multinazionali (Alcoa a Portovesme, E.On a Porto Torres) ai fondi Fas, sino alla continuita' territoriale marittima e aerea. Il partito del governatore Ugo Cappellacci alza la voce con Roma rafforzando gli appelli che lo stesso presidente ha rivolto in questi giorni al governo nazionale per la ripresa del confronto con la Regione e le parti sociali.

''Sara' la Sardegna a commissariare Monti – attacca il presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, Pietro Fois -. La nostra Isola e' stanca di essere ignorata da questo governo nazionale. Se Monti e' incapace di risolvere i nostri problemi si faccia da parte. La soluzione da noi indicata e' chiara da tempo: riveda i parametri del Patto di stabilita', ci confermi le risorse che ci sono dovute per la vertenza Entrate e risolva definitivamente il problema della continuita' territoriale. Solo cosi' l'Isola potra' ripartire e superare la crisi''.

''La Sardegna – denuncia il deputato del Pdl Bruno Murgia – e' fuori dalle rotte del governo Monti: non esistono riferimenti nei documenti strategici alla nostra Isola. In questo senso, da Tremonti a Monti, non e' cambiato assolutamente nulla. I tavoli messi in campo in questi sei mesi non hanno prodotto alcunche'. Non si trova, tra gli atti del governo, a partire dal Def, qualcosa a proposito della vertenza Sardegna o della questione insulare. Il divario infrastrutturale con la penisola e' drammatico e i numeri sono impietosi''.

Tra le ultime crisi industriali quella della centrale termoelettrica di Fiume Santo, a Porto Torres (Sassari). ''E' una vertenza di livello nazionale – sottolinea il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Mario Diana -. Tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso, devono impegnarsi affinche' la multinazionale tedesca E.On receda dalla sua intenzione di non procedere alla realizzazione del quinto gruppo a carbone nella centrale di Fiume Santo. Monti intervenga presso il cancelliere Merkel – incalza Diana – affinche' non si perda un investimento da 700 milioni di euro, con mille nuovi posti di lavoro, per realizzare la piu' grossa infrastruttura energetica in Italia''.