Vibo Valentia si fa in cinque: arrivano i circondari e più poltrone per tutti

Pubblicato il 3 Febbraio 2010 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Acquaro, 3000 abitanti, uno dei "capoluoghi" circondariali di Vibo Valentia

Diciotto candeline e cinque regali di compleanno per la provincia di Vibo Valentia. Nata il 6 marzo 1992 la provincia calabrese ha deciso di regalarsi per la maggiore età cinque enti nuovi di zecca, i Circondari.

Una “pensata” che mostra anche una certa profondità di conoscenze storiografiche: per trovare traccia dei Circondari nel nostro Paese, infatti,  bisogna tornare al 1859 quando l’Italia non solo non era una repubblica, semplicemente non era.

Urbano Rattazzi, allora ministro dell’Interno del Regno di Sardegna si inventò i Circondari che poi furono soppressi nel 1927. A farli tornare in auge, un’ottantina d’anni dopo, ci hanno pensato i solerti funzionari di Vibo Valentia.

Ufficialmente, fanno sapere dalla provincia calabrese,  la funzione dei nuovi enti è quella di «attuare  il decentramento dei servizi e degli uffici, compatibilmente con le concrete esigenze di gestione, mediante l’istituzione di propri uffici decentrati e funzionali». In realtà cinque circondari significa cinque presidenti, cinque vicepresidenti e cinque consigli circondariali. Ovvero una pioggia di poltrone che, giurano a Vibo Valentia, dovrebbero essere tutte a costo zero.

Nel documento che istituisce i cinque Circondari, infatti, è scritto nero su bianco che a presidenti e vice «non spetta alcuna indennità per l’esercizio delle proprie funzioni, né alcun gettone di presenza». Vero. Come è vero che, se i Comuni interessati lo vorranno potranno decidere in piena autonomia «la corresponsione, ai propri rappresentanti, di indennità di missione e/o rimborso delle spese sostenute e di quelle di viaggio». Postilla che fa quantomeno vacillare la gratuità dell’istituzione dei circondari.

Il regolamento che istituisce i nuovi enti è stato approvato il 30 dicembre. La prima conseguenza sarà la proliferazione di una serie di strutture ad hoc nei cinque comuni individuati come “capoluoghi” del circondario. Perché ognuno di questi nuovi enti intermedi avrà anche un capoluogo, di norma il comune più popoloso, a meno che i sindaci delle aree interessate non prendano decisioni diverse.

Il capoluogo del Circondario di Tropea sarà ovviamente Tropea, 6.836 abitanti. Stesso discorso per Serra San Bruno, 7.068 anime (non esattamente una metropoli ma comunque il più popoloso dei capoluoghi circondariali), Nicotera, 6.778 abitanti e Filadelfia, 6283 residenti. Quello dell’Alto Mesima sarà Acquaro, un capoluogo da 3.046 abitanti.

Durissimo, sui nuovi enti, il parere del consigliere provinciale del Pdl Giovanni Macrì: «Con quale motivazione questi nuovi enti inutili sono stati creati? Per far sentire la Provincia più vicina al cittadino in un territorio dove le strade sono disastrate, dicono. Le pare un motivo serio? I Circondari non servono assolutamente a nulla. È una ragione di poltrone e basta».

Utili o meno, gratuiti o costosi i cinque Circondari di Vibo Valentia rappresentano il colpo di grazia al “sogno” politico dell’abolizione delle Province. Che non fosse “aria”, nonostante le pressioni di chi chiede un contenimento dei costi della politica lo si è capito in tempi recenti. Le ultime tre province, Monza, Fermo e Bat (Barletta-Andria-Trani) sono state istituite nel 2004 e divenute operative di fatto nel 2009. Di smantellamento, quindi, non se ne parla proprio.

Vibo Valentia è una provincia con 167 mila abitanti : gli stessi, solo per fare un esempio, del XII municipio di Roma. Una realtà piccola e intermedia che però, quando fa comodo, si sente troppo “grande” per gestire da sola “ben” 1139 chilometri quadrati di territorio.